"La prima volta che ho sentito parlare della Spiaggia ero a Bangkok, sulla Khao San Road”
La spiaggia e il Film
Avete letto "The Beach" di Alex Garland? Se non lo avete letto, è possibile che abbiate visto il film, con un giovane Leonardo di Caprio. Bene, Maya Bay è La Spiaggia.
Alex Garland fu ispirato da Palawan, nelle Filippine, quando scrisse il suo romanzo su una località paradisiaca nascosta che per una serie di circostanze finisce per attirare l’attenzione del nevrotico viaggiatore americano Richard; tuttavia il film tratto dal romanzo è stato girato in Thailandia, in particolare a Phi Phi Leh, una piccola isola di montagne carsiche in provincia di Krabi, nel sud della Thailandia. Prima delle riprese, nel 1999, Ao Maya ("ao" significa "baia” in lingua Thai) era un’incredibile spiaggia di sabbia colore dello zucchero nella sonnolenta Phi Phi Leh, visitata solo da piccoli gruppi di viaggiatori che alloggiavano a Phi Phi Don, l’isola “sorella” poco lontano, e affittavano barche dai locali per fare gite giornaliere a Maya Bay. Nonostante si trovi a metà strada tra Phuket e Krabi, l’arcipelago delle Phi Phi era praticamente sconosciuto al turismo di massa fino a che il film non lo ha reso famoso. Ton Sai, un piccolo villaggio di case di legno e strade sterrate incastonato tra due splendide baie, era l’unico insediamento sull’isola di Phi Phi Don, mentre la più piccola isola di Phi Phi Leh era un santuario naturale dove gli unici abitanti erano varani, aquile e tante specie marine. Mi sono innamorata delle Phi Phi Islands nel 1993, molto prima che diventassero un set cinematografico Hollywoodiano e un’irresistibile attrazione per folle di turisti. Anno dopo anno, a gennaio o febbraio, trascorrevo pigre giornate di snorkelling e letture a Maya Bay con la famiglia e pochi altri fortunati viaggiatori: era così meravigliosa e tranquilla, talmente pazzesca che non riuscivo a togliermela dalla mente, e continuavo a tornare. Mi trovavo a Phi Phi Leh anche quando Di Caprio girava il film, e sono stata testimone di alcuni dei cambiamenti che la produzione del film ha apportato alla spiaggia: la rimozione della giungla per far posto alle palme, la costruzione di alcune strutture in legno che avrebbero fatto parte del set. Non erano bei cambiamenti, ma credo che nessuno all’epoca abbia realizzato davvero l’impatto devastante che "The Beach" avrebbe avuto su Maya Bay. Quando ho lasciato Shanghai per trasferirmi a Krabi, nel 2019, la spiaggia era già stata chiusa da un anno e per buone ragioni: dopo circa 20 anni di turismo di massa, non aveva più nulla dell’atmosfera paradisiaca che ricordavo dagli anni Novanta. Pur essendo parte del parco marino di Hat Noppharat Thara- Mu Ko Phi Phi la spiaggia era oggettivamente un incubo: un numero enorme di motoscafi e long tail facevano avanti e indietro per scaricare migliaia di visitatori ogni ora, ogni giorno. L’80% dei coralli erano stati danneggiati o erano morti per colpa dell’inquinamento da gasolio e creme solari, o perché calpestati da centinaia di piedi. Il rumore e l’inquinamento avevano ucciso o fatto scappare la fauna locale. Nel 2018, gli ufficiali del parco marino finalmente presero la decisione di chiudere la baia, per mettere fine alla carneficina: una squadra di biologi marini e ranger cominciò a lavorare per salvare quello che rimaneva dei pesci e dei coralli e per piantare circa 10,000 nuovi coralli.
Nuove regole per una riapertura che sia eco-sostenibile
Quasi 4 anni dopo, il 1 gennaio 2022, con una decisione inaspettata, il dipartimento di sviluppo del Parco Nazionale ha ufficialmente riaperto Maya Bay, rassicurando i dubbiosi sul fatto che una serie di nuove regole sarebbero state imposte e la polizia sarebbe intervenuta per proteggere l’eco-sistema parzialmente guarito della baia. Le nuove regole includono l’accesso alla spiaggia a un massimo di 300 persone all’ora; il divieto alle barche e ai traghetti di entrare nella baia, e il divieto di nuotare davanti alla spiaggia. Il 3 gennaio sono stata invitata a partecipare a una gita alle Phi Phi Islands con un tour operator di Krabi. Le escursioni di gruppo e i motoscafi affollati non sono il mio modo prediletto di viaggiare, preferisco barche più lente e confortevoli o long tail private, ma ero curiosa di vedere come si sarebbe svolta l’escursione e soprattutto la visita a Maya Bay, e quindi ho accettato. La partenza e la prima parte dell’itinerario si sono svolte come già sapevo: check in al porto di Nopparat Thara, vicino ad Ao Nang, verso le 8 del mattino, una breve sosta nella penisola di Railay per imbarcare altri passeggeri, poi dritti fino all’isola di Bamboo, che appartiene all’arcipelago delle Phi Phi Islands, dove ci siamo fermati per fare snorkelling e passare del tempo in spiaggia. Il paesaggio a Bamboo è incredibile: una lingua di soffice sabbia bianca corre attorno a quasi tutta la circonferenza dell’isola, il mare cristallino è ideale per lo snorkelling o per rimanere sospesi a mollo nella corrente, e spesso soffia una brezza leggera o moderata che è una benedizione contro il caldo afoso. In passato, Bamboo era una torta quasi del tutto divorata da visitatori troppo golosi, ma il calo drastico del numero dei turisti stranieri a causa della pandemia ha regalato all’isola tempo prezioso per rigenerarsi. Dopo aver trascorso circa 90 minuti a Bamboo, il motoscafo da 35 posti ha fatto rotta verso Phi Phi Leh, poiché la nostra “finestra” di tempo per entrare a Maya Bay era tra le 11 e mezzogiorno (esatto, adesso gli accessi sono regolati e le barche non possono presentarsi a Maya Bay in orari che non siano quelli che sono stati loro assegnati). Da quando la baia ha riaperto, l’unico punto di accesso alla spiaggia è dal retro dell’isola: un nuovo pontile galleggiante è stato costruito a Loh Sama Bay, che prima era un delizioso angolo di Phi Phi Leh per nuotare tra i coralli. Appena siamo arrivati nella baia di Loh Sama sono rimasta di sasso: la situazione sulla passerella per scendere sull’isola era una caotica follia, la baia un parcheggio dove le long tail e i motoscafi scaricavano e caricavano i turisti in uno gioco di incastri spasmodico e rumoroso. Gruppi di persone facevano la fila nella stretta passerella che porta a Maya Bay, scontrandosi con gruppi di persone che procedendo in senso inverso cercavano di imbarcarsi per lasciare l’isola. Ho provato una grande rabbia e tristezza, e non sono stata l’unica: gli altri passeggeri apparivano preoccupati e infelici, e il mio collega Pluto ha riassunto perfettamente la situazione, dicendo: “ Sembra piazza Tien An Men nell’ora di punta”. Il nostro amico G, che non era mai stato a Phi Phi Leh, avrebbe voluto rifiutarsi di scendere dalla barca. Come poteva tutto questo portare benefici all’ambiente o anche ai visitatori che venivano in cerca del tanto sognato paradiso tropicale? Ho pensato: perdiamo tutti, questo è tutto meno che turismo sostenibile. Infine la nostra barca si è avvicinata al pontile (una piattaforma galleggiante collegata a una passerella in cemento) e siamo sbarcati. Camminando in fila indiana, abbiamo percorso il sentiero che attraversa l’isola di Phi Phi Leh fino al lato opposto, dove si trova Maya Bay. E’ una passeggiata di 5 minuti attraverso le abitazioni dei ranger del parco, i bagni pubblici e alcune aree fumatori.
Maya Bay oggi
Il primo sguardo alla spiaggia mi ha tolto il respiro. Le incredibili sfumature di blu e turchese dell’acqua mescolate al verde dei picchi carsici tutto intorno, al blu intenso del cielo Thailandese in una giornata di sole e al bianco quasi zucchero della spiaggia è uno scenario talmente stereotipato da sembrare un’allucinazione. Non per la prima volta, vedendo lo scenario mozzafiato della baia mi sono chiesta se fosse vero. Non esiste al mondo niente di più bello, ho pensato. Ma poi la realtà si è infilata nel sogno e sono tornata consapevole della presenza delle altre 200 persone attorno a me: i fotografi, i gorgheggiatori entusiasti di “ohhh” e “ahh” pieni di meraviglia, i camminatori in trance, quelli stesi a prendere il sole, quelli che mettevano i piedi in acqua. Per proteggere l’eco sistema marino di Maya Bay, è adesso vietato entrare in mare dalla spiaggia, e anche se la decisione ha sicuramente senso per dare una possibilità alla baia di continuare a guarire, è difficile resistere alla tentazione di tuffarsi anche solo per un attimo. E quindi, era solo questione di secondi prima che il primo visitatore si spingesse a passeggiare un pò troppo oltre nell’acqua e qualcun altro si mettesse addirittura a nuotare, con l’inevitabile intervento dei ranger in servizio, che hanno cominciato a fischiare con fischietti d’ordinanza. Niente di più lontano dalla mia idea di un rifugio tropicale, sembrava più un campo estivo per bambini.
No, grazie
In conclusione: vedere Maya Bay mi dà ancora la pelle d’oca, e resto convinta che sia una delle spiagge più spettacolari del mondo, ma gli aspetti negativi della riapertura al turismo superano decisamente i benefici. E’ vero che i visitatori non possono danneggiare coralli e pesci, visto che non è possibile nuotare, resta il fatto che ancora producono e a volte abbandonano spazzatura, camminano ancora nell’acqua indossando crema solare, per non parlare di quello che sta accadendo a Loh Sama Bay. 300 persone all’ora (375, per essere precisi) per 6-7 ore al giorno, tutti i giorni, è più di quanto Phi Phi Leh possa sopportare, e se al momento la situazione può sembrare in qualche modo gestibile, con il numero di turisti stranieri limitato per via della pandemia, credo che non sarà assolutamente gestibile quando il turismo di massa ricomincerà. Spero davvero di sbagliarmi, e mi piacerebbe sentire l’opinione degli ecologi che negli ultimi 4 anni hanno lavorato molto per riparare i danni all’ambiente , ma per adesso la mia reazione alla riapertura di Maya Bay è un doloroso e preoccupato “No, grazie”.
Avete mai visitato la spiaggia di Maya Bay?
Pensate che Maya Bay debba restare aperta ai turisti?
1 Comment
Guglielmo Zanchi
15/2/2022 12:40:59 pm
"i gorgheggiatori entusiasti di “ohhh” e “ahh” pieni di meraviglia"...
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MayaPosto accanto al finestrino, sempre. Italiana, abito a Krabi, in Thailandia. Amo i gatti e il caffè, leggere, volare e immergermi nel blu. Archives
August 2023
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