Comincio col dire che è stato abbastanza difficile mettere insieme una lista di 10 motivi, non ci sono riuscita. Ed ecco perché mi sono fermata a 8, che per una lista è un numero strano. 1- Sicurezza stradale : non esiste, purtroppo. I Thailandesi guidano troppo veloci o troppo lenti, e sono spesso distratti e spericolati al volante. E’ una scena comune vedere intere famiglie pressate su un motorino: padre, madre e due o tre bambini piccoli, e nessuno indossa il casco. Le persone viaggiano come passeggeri nei cassoni dei pick up o dei camion, o trasportano mobili o animali vivi senza alcuna attenzione alla sicurezza. Le strade sono poco illuminate di notte, e i cani randagi o gli animali selvatici abbondano, aumentando il pericolo di guidare nel Regno. La Thailandia ha un numero di morti per incidenti stradali tra i più alti al mondo, numero che è sceso leggermente nell’ultimo anno solo a causa delle restrizioni per il Covid: i lockdown significano meno persone per strada, quindi una diminuzione degli incidenti mortali. 2- Burocrazia: richiedere un visto, rinnovare un visto, ottenere una carta d’identità Thai o una patente possono essere procedure estremamente lunghe e dolorose in Thailandia. Le regole sono infinite, e spesso diverse da provincia a provincia, o qualche volta da un ufficio all’altro, in base all’impiegato che ti trovi di fronte. Più cerchi di seguire le regole, più le regole sono confuse o assurde. E’ il prezzo da pagare per vivere in paradiso, suppongo. Quello che ho imparato avendo a che fare con la burocrazia Thailandese è: vestiti modestamente e presentati in ordine, sii gentile, non alzare mai la voce, e sii preparato al peggio. 3- Traffico. Quando lavoravo a Bangkok, mi ci volevano tra le 2 e le 3 ore per spostarmi dalla mia casa di On Nut fino a Minburi, a meno di 15 km di distanza, tutti i giorni. 2 o 3 ore per viaggio. Mi alzavo alle 4.45 ogni mattina e prendevo l’autobus alle 5:30 per sperare di raggiungere il mio posto di lavoro in orario, per le 7:30. Stessa procedura nel tardo pomeriggio, con un viaggio che prevedeva una combinazione di songthaew, bus, una barca, un altro songthaew e una passeggiata di 15 minuti tra cantieri e cavalcavia. Il traffico a Bangkok è follia, nonostante i miglioramenti portati dalla costruzione di nuove linee di metropolitana e treno sopraelevato. Ma non è solo un problema di Bangkok: provate a guidare a Phuket e Nakhon o anche nella piccola Ao Nang all’ora di punta in alta stagione, e vedrete. Non mi stupisco che nel 2016 la Thailandia abbia raggiunto il primo posto nella lista dei paesi con il traffico più congestionato! 4- Salsa di pesce. Non mangio né pesce né crostacei quindi sono sempre sospettosa di qualunque cosa arrivi nel mio piatto da mare. Tuttavia, la ragione per cui non mi piace la salsa di pesce -nam pla in lingua Thai- non è così nobile come potreste pensare, ma puramente “olfattiva”: la salsa di pesce puzza in modo incredibile. Se mangiate solo a ristorante o ordinate da asporto, potreste non averlo notato, ma provate a versare la salsa di pesce in una wok calda, come fanno i Thailandesi per cucinare la maggior parte delle loro ricette, e annusate. Quell’odore è per me molto ma molto peggio del Durian. Naturalmente mangio la salsa di pesce (sarebbe davvero misera la mia vita in Thailandia se cercassi di evitarla a ogni costo, visto che è parte integrante della maggior parte delle zuppe, spaghetti, curry e piatti saltati della cucina Thai anche quando non è indicata nel menù), ma solo quando è già cotta e mescolata ad altri ingredienti, e solo se è in quantità ragionevole. Ma che cos’è la salsa di pesce? Gli ingredienti principali sono pesce, acqua e sale. Il pesce è di solito composto da acciughe, ma può trattarsi anche di gamberetti o sgombro. Il processo di fermentazione per una salsa di pesce di qualità può durare fino a due anni. Per me ha un gusto troppo salato e di mare, ma qualche volta è diluita con succo di lime e altri ingredienti che ne bilanciano il sapore. Sorprendentemente, la Thailandia non è il consumatore principale di salsa di pesce al mondo: il primo posto va al Vietnam, con l’isola di Phu Quoc tra i principali produttori di salsa di pesce di tutta l’Asia. 5- Serpenti, serpenti e ancora serpenti. Ci sono più di 200 specie di rettili in Thailandia, molti velenosi, e non vivono solo nella giungla, come potreste pensare. Basta dare un’occhiata sulle piattaforme social come Facebook, Youtube, Instagram e TikTok: è pieno di video di immagini di serpenti che invadono proprietà private, a Bangkok tanto quanto in altre città più piccole o villaggi di campagna. Gli umani hanno invaso il loro spazio, tagliando alberi e costruendo villaggi e città dove c’era la foresta, per cui adesso i serpenti vivono tra noi. Li vedi attraversare la strada (o schiacciati sulla strada dopo essere stati investiti da qualche veicolo), all’interno di negozi e ristoranti, sulla spiaggia, in acqua. E senti storie spaventose dagli amici, come quella del tizio che stava facendo la doccia nel suo bagno quando si è accorto che, in un angolo, a due passi, un cobra reale lo stava fissando. Altri conoscenti hanno visto il loro cane morire dopo un morso di una vipera Malese o un banded krait o un cobra nel giardino di casa. Visto che ho una irrazionale e totale paura e repulsione per i serpenti, garantito che ho scelto il paese sbagliato in cui trasferirmi. Se, al contrario di me, siete affascinanti dai serpenti, iscrivetevi a gruppi come “All About Thailand Snakes” su Facebook, ci sono diversi utenti esperti che sembrano saperne moltissimo sui serpenti della Thailandia. 6-Abusi ambientali e spazzatura: nonostante le recenti campagne pubblicitarie e divieto di vendita di sacchetti di plastica, i Thai ne usano un’enorme quantità. Tutto è incartato nella plastica, quindi inserito in un sacchetto, sempre di plastica, e se comprate una bevanda o dello yogurt al supermercato, una cannuccia di plastica (spesso due) vi viene messa nella sporta senza che l’abbiate nemmeno chiesta. Inoltre, è piuttosto comune vedere famiglie riunite per un picnic al parco o in spiaggia andarsene a fine giornata lasciando tutta la spazzatura, o buttarla in un angolo dove i cani di strada e vari altri animali si radunano e buttano tutto all’aria. Il risultato è che l’inquinamento da plastica (e non solo plastica) è un problema molto serio e una minaccia grave all’ambiente naturale e al fragile eco-sistema del Paese. Aggiungeteci che in alcune province, soprattutto al Nord, l’aria è così inquinata in certi periodo dell’anno da spingere chi può a trasferirsi in altre regioni, o a chiudersi in casa tutto il giorno con i filtri dell’aria. Chiang Mai ha vinto il vergognoso premio di città più inquinata del mondo. Cioè, CHIANG MAI, CITTA’ PIU’ INQUINATA al mondo. Pazzesco! 7- Doppio standard nei prezzi per stranieri e Thai.
Questo accade in molti paesi, ma l’ho sperimentato in Thailandia più che da qualsiasi altra parte. In quanto faràng, la parola Thai che indica uno straniero, vieni considerato ricco, privilegiato e in qualche modo un barbaro, e te lo faranno pagare. Accetterei una piccola differenza, ma in molti luoghi turistici (più turistico il posto, più alta la differenza di prezzo applicata) è più di due o tre volte il costo normale, anche se fai presente di essere un abitante del paese, uno che lavora guadagnando uno stipendio Thai e paga le tasse in Thailandia. Capisco che, non avendo la Thailandia sperimentato il multiculturalismo e le ondate migratorie dell’ Europa e degli Stati Uniti, ci sia ancora un “modo Thai” di vedere e fare le cose, tuttavia qualche volta è davvero frustrante essere trattati in modo così diverso quando hai vissuto nel paese a lungo, e fai del tuo meglio per amalgamarti e sentirti accettato. Parlare la lingua nazionale può essere d’aiuto, ma non stupitevi se non lo è. D’altra parte, cerco sempre di ricordare a me stessa che questa politica dei doppi prezzi è collegata a una delle caratteristiche che più mi affascina della Thailandia: i Thai sono orgogliosamente patriottici e hanno una totale identificazione con la bandiera e la Nazione. Quindi, non importa quanto paghi in quanto straniero che vive in Thailandia, sei e sarai sempre percepito come un alieno. Abituati, o torna a casa. 8-Sfruttamento degli animali: elefanti, scimmie e altri animali selvatici vengono utilizzati come forza lavoro nelle piantagioni di palme e cocchi, per il trasporto del legname e come attrazioni turistiche. Alcuni passano tutta la vita in catene o in gabbia, alcuni vengono picchiati e maltrattati, e benché le cose stiano cambiando e diverse associazioni a tutela degli animali e di volontariato stiano combattendo per la salute e la libertà di queste creature, lo sfruttamento degli animali è ancora diffuso. Oggi in Thailandia vivono circa 6,500 elefanti, circa 2,500 di loro sono stati catturati quando erano selvaggi. Se viaggiate a Chiang Mai e Chiang Rai, o visitate le isole tropicali, scegliete con attenzione le escursioni e le attività da fare, informatevi su come gli animali vengono trattati e custoditi, e non andate mai, MAI, in un “Parco degli Elefanti” o “Santuario” che offre passeggiate a dorso di elefante o “elefanti che praticano la boxe, elefanti pittori”, “scimmie ballerine” eccetera… Questi animali non sono pittori e ballerini in natura, come pensate che abbiano imparato questi “trucchi divertenti”? Potete avere un’occasione di vedere elefanti e scimmie, basta visitare un centro di riabilitazione o prendere parte a un tour eco-solidale che vi porta nella giungla per osservare gli animali nel loro ambiente, e a distanza. Anche se ho sempre odiato gli zoo, i safari park o andare al Circo, confesso che nelle mie prime vacanze nel Sud Est Asiatico negli anni Novanta sono stata a dorso di elefante, e ho perfino visitato un parco di Chiang Mai dove si possono accarezzare enormi tigri e cuccioli e fare una fotografia con loro. Non sapevo, o forse volevo ignorare, come funzionano questi posti. Ero giovane, sconsiderata e naive. E me ne pento. E’ accaduto molti anni fa, lo sfruttamento degli animali non faceva molto notizia, ma ho imparato da quegli errori e vorrei non solo non cascarci di nuovo, ma aiutare gli altri viaggiatori e non cadere nella stessa trappola. L’abbandono degli animali, la caccia illegale, i combattimenti di animali sono un’altra faccia della stessa medaglia, e succedono ancora in Thailandia. Il combattimento dei galli è ancora permesso secondo la recente legge di "Prevenzione della crudeltà contro gli animali e Atto per il Benessere degli animali” del 2014, e abbastanza comune nei villaggi e durante le cerimonie e i festival religiosi. Ecco una lista di organizzazioni per la tutela degli animali che operano in Thailandia, dategli un’occhiata o contattateli per conoscere più informazioni sul loro operato, o donare alla loro causa. Ed eccole qui, le ragioni per cui non sempre amo la Thailandia. Quali sono le vostre, se ne avete?
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MayaPosto accanto al finestrino, sempre. Italiana, abito a Krabi, in Thailandia. Amo i gatti e il caffè, leggere, volare e immergermi nel blu. Archives
August 2023
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