Se hai la fortuna di vivere da espatriato e lavorare in Thailandia, probabilmente conosci già le stressanti procedure per richiedere Visti. Se invece ti stai preparando a trasferirti in Thailandia per lavoro, è meglio che inizi a informarti sulle procedure per fare richiesta di un Visto Business e, in seguito, un Permesso di lavoro (work permit). La rete è una miniera di informazioni sulle procedure su come richiedere visti per la Thailandia, tuttavia questo post è aggiornato ad Agosto 2023, dal momento che ho appena ottenuto un visto business (il terzo da quando vivo nel paese). Tieni presente che ho fatto richiesta del visto al Consolato Reale Thailandese a Penang, Malesia, e che altre nazioni (o anche altri consolati all'interno della stessa nazione) possono avere requisiti leggermente diversi. Le informazioni contenute in questo post si riferiscono solo a Penang. Penang è una destinazione molto gettonata dove richiedere un visto Business per la Thailandia (comunemente chiamato visto Non B) perché è facilmente raggiungibile via terra o aereo da Phuket e tutto il sud della Thailandia, è un'isola vivace con lunghe spiagge, musei, attrazioni turistiche e cibo fantastico ed è più economica di altre destinazioni. Ci sono diverse sotto-categorie di visti Non B (una riservata agli insegnanti, una per viaggi di lavoro brevi in Thailandia, una per coloro che intendono lavorare a lungo termine nel paese, ecc...). Io ho richiesto un visto Non B da dipendente per un Tour operator con base a Phuket. Il procedimento per richiedere un visto di lavoro per la Thailandia a Penang è relativamente semplice, ma ci sono alcuni dettagli a cui prestare attenzione. Per prima cosa, devi preparare i documenti necessari in anticipo, e solo dopo recarti a Penang in aereo o via terra, o rischi di perdere un sacco di tempo. Ti raccomando di controllare attentamente la check-list pubblicata sul sito del Consolato Generale di Penang. Io ho inviato una email al Consolato per essere certa che la lista dei documenti richiesti fosse aggiornata, dopo la lunga pausa causata dalla pandemia di Covid, ma la risposta mi è arrivata dieci giorni dopo che avevo già ottenuto il visto, e comunque diceva solo di fare riferimento al sito, quindi puoi risparmiare questo passaggio. Tuttavia, sul sito del Consolato Generale Thailandese mancano due informazioni importanti: primo, sappi che pur non comprendo nella lista dei documenti necessari, ti verrà richiesto un Contratto di Assunzione che indichi il tuo ruolo, la data prevista di inizio del tuo lavoro, per quante ore a settimana e lo stipendio previsto. Il contratto dovrà essere firmato dal datore di lavoro e da te. Secondo, nonostante il Consolato a Penang sia aperto tutti i giorni (dal lunedì al venerdì) dalle 9 alle 11 del mattino, le richieste per i visti Non B possono essere presentate solo per un'ora, tra le 9 e le 10 del mattino; dopo le 10 solo le richieste per altre tipologie di visti vengono prese in carico. Se arrivi all'interno del Consolato alle 10:10 del mattino, ti verrà detto di andar via e tornare il giorno dopo, anche se sei stato in fila fuori dalle 7 del mattino. L'ho visto accadere di persona e nonostante le vivaci proteste dei richiedenti, sono stati costretti a rinunciare e tornare il giorno seguente. Quindi, mettiti in fila presto e assicurati di consegnare la domanda entro le 10 del mattino. Ricordati anche di consultare il sito del Consulate per le vacanze ufficiali Thailandesi e Malesi, visto che sono tante e il Consolato chiude per entrambe. 4 anni fa non mi ero informata bene, e ho finito per trascorrere due settimane a Penang in attest del visto. Non che Penang sia un brutto posto dove restare bloccati, ma se vai vai preparato risparmierai tempo soldi. DOCUMENTI NECESSARI PER OTTENERE UN VISTO BUSINESS (NON IMMIGRANT B VISA) Per ottenere un visto Non Immigrant da dipendente (B), i documenti necessari sono: 1) Il seguente modulo stampato e compilato. Il modulo si scarica dal sito del Consolato Generale di Penang, e ti suggerisco di stamparlo e compilarlo prima di andare a fare la domanda al Consolato, perché l'ufficio è caotico e affollato, e la guardia all'ingresso ti chiederà di compilare il foglio all'esterno e tornare in fila solo quando tutti i documenti sono in ordine, quindi rischi di perdere tempo prezioso. 2. Passaporto originale con almeno 6 mesi di validità residua e due pagine vuote 3. Una copia del passaporto (pagina con i dati anagrafici ed eventuali timbri di uscita dalla Thailandia, se presenti ) 4. Due foto-tessera formato passaporto (3.5x4.5 cm, con sfondo bianco o blu, scattate negli ultimi 6 mesi) 5. Uno tra i seguenti documenti:
In questa occasione, avenge già con me il WP3 quando sono volata a Penang da Krabi, ma 4 anni fa avevo invece dovuto attendere il WP3 a Penang. 6. Documenti che l'azienda Thailandese deve fornire:
Quando hai tutti questi documenti, puoi andare a richiedere il visto al Consolato Generale Thailandese a Georgetown, Penang. Il tempo per ottenere un Visto Business per la Thailandia è di solito di 2-3 giorni feriali (può volerci di più se mancano dei documenti o se presenti la domanda il venerdì o prima di una festività) Per esempio, se arrivi a Penang una domenica sera, puoi presentare la richiesta il lunedì mattina e riavere il passaporto con il visto Non Immigrant B il martedì dalle 2 del pomeriggio in poi. Se tutti i documenti vanno bene e vengono accettati, ti verrà chiesto di pagare in contanti (320 ringgit malesi, ma puoi pagare anche in baht thailandesi) e il Consolato ti rilascerà una ricevuta con l'appuntamento per ritirare il passaporto il giorno dopo. IL PERMESSO DI LAVORO E' OBBLIGATORIO PER LAVORARE IN THAILANDIA E' importante che tu sappia che il visto Non Immigrant Business (B) riservato ai dipendenti è valido per 90 giorni e una singola entrata e dovrai estenderlo in Thailandia prima della sua scadenza. Per lavorare legalmente in Thailandia, uno straniero deve essere anche in possesso di un Permesso di Lavoro: questo è un documento legale (sotto forma di libretto simile al passaporto) che indica il tuo ruolo, una descrizione delle tue mansioni e l'azienda per cui lavori. Serve anche a controllare che tu sia impiegato in uno dei ruoli consentiti agli stranieri in Thailandia (ci sono mansioni che gli stranieri non possono svolgere). Consulta il tuo datore di lavoro sui passi necessari ad avere il permesso di lavoro, normalmente la procedura è semplice dopo che hai ottenuto il visto Business, ma richiede un certificato medico e un esame del sangue (per verificare che tu non abbia la sifilide!). Una volta arrivato al controllo passaporti in Thailandia con il tuo visto Non Immigrant (B) ti verrà dato il permesso di rimanere nel paese per massimo 90 giorni. In questi 90 giorni, dovrai ottenere il permesso di lavoro dal Ministero del Lavoro. Con il permesso di lavoro potrai quindi chiedere l'estensione del visto per 1 anno all'ufficio Immigrazione L'estensione è valida per entrare e uscire dalla Thailandia fino alla scadenza del visto senza ulteriori procedure. UN AIUTO EXTRA DA UN'AGENZIA LOCALE A PENANG In conclusione, richiedere un visto Business a Penang non è complicato se si è in possesso di tutta la documentazione necessaria. Se però sei disposto a pagare un piccolo sovrapprezzo per avere l'assistenza di un'agenzia locale, puoi rivolgerti a Sharma Travel in Leith Street, Georgetown: Jim, il proprietario, è un'istituzione in città (e anche tra molti espatriati che vivono in Thailandia), e mi è stato prezioso per risparmiare tempo e sveltire la procedura. In questa occasione (agosto 2023), sono volata a Penang una domenica sera, sono andata da Jim per controllare di avere tutti i documenti in ordine (l'agenzia è aperta la domenica se, come accade spesso, ha clienti che intendono richiedere il visto il giorno seguente), ho scoperto che mi mancava il Contratto di Lavoro, ho quindi contattato il mio capo in Thailandia, ricevuto il documento via email, il lunedì mattina l'ho stampato nell'agenzia di Jim e poi lui mi ha accompagnata in moto al Consolato Generale verso le 7:30, dove ho fatto la fila insieme a un gruppo di altri suoi clienti fino all'apertura del Consolato. Dopo che avevo presentato la richiesta del visto, Jim mi ha riportata in hotel. Il giorno seguente, Jim è andato a ritirare i passaporti dei suoi clienti: invece che dover tornare al Consolato, ho solo fatto due passi per andarlo a prendere nel suo ufficio a due passi al mio hotel. Il servizio di Jim mi è costato circa 700 THB, una cifra davvero onesta. Attraverso Jim è anche molto probabile che riavrai il passaporto prima delle 2 del pomeriggio, anche se questa non è una regola. ASPETTATI UNA FILA PAZZESCA AL CONSOLATO
Fare la fila fuori dal Consolato può essere un'esperienza PAZZESCA: la fila riservata ai cittadini Cinesi era lunga più di 500 metri quando sono arrivata fuori dai cancelli alle 7:30 del mattino. Alcuni di loro erano in fila dalle 4 di notte! Per fortuna, c'è una fila diversa per le altre nazionalità, ed era più corta. In ogni caso, se devi richiedere un visto Non Immigrant B, assicurati di andare al consolato il prima possibile prima dell'apertura ufficiale delle 9 del mattino, o non riuscirai a entrare. Se hai bisogno di fare fotocopie o fotografie, c'è un minivan attrezzato come un centro copie parcheggiato davanti al Consolato, ma ti consiglio di avere già tutto pronto per non perdere il tuo posto in fila. Un'ultima informazione: ci sono alcune agenzie in Thailandia che chiedono cifre folli per un Visa Run a Penang (una di queste agenzie con sede a Phuket mi ha detto di comprarmi volo e hotel da sola, portare "tutti i documenti in ordine" ma mi ha chiesto 6500 THB . "Per che cosa, esattamente?" ho domandato. Non hanno mai risposto, ma immagino che fosse il prezzo per il servizio taxi andata e ritorno tra il mio hotel e il Consolato, un tragitto che richiede al massimo 10 minuti in auto). Ti suggerisco quindi di prenotare da solo volo e hotel nel centro di Georgetown, e poi o di andare al Consolato per conto tuo (con Grab o un taxi) oppure di andare in agenzia da Jim e usare i suoi servizi. Non serve davvero pagare tanti soldi extra alle agenzie in Thailandia, anche perché, 9 volte su 10, se offrono assistenza in Consolato lo fanno attraverso Jim, ma caricando il prezzo di quasi 10 volte. A Georgetown ho dormito negli anni in due hotel diversi, entrambi buoni per le mie esigenze: Kim’s House Penang e Chulia Heritage Hotel. Si trovano entrambi nel centro della città, circondati da ristoranti, supermercati, bar, negozi, attrazioni turistiche e fermate degli autobus. Tuttavia Georgetown offre moltissimi ostelli, hotel e b&B tra cui scegliere: Booking.com è il tuo migliore alleato per trovare quello che cerchi. Buona fortuna per la richiesta del tuo visto Non Immigrant B e per il tuo lavoro in Thailandia.
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Chiang Rai è una cittadina affascinante nell'estremo Nord-ovest della Thailandia. E' apprezzata per l'atmosfera tranquilla, la natura che la circonda, la vicinanza a Myanmar e Laos, e perché custodisce due dei templi più belli e famosi della Thailandia, il Tempio Blu e il Tempio Bianco. Molti viaggiatori, (la maggior parte a quanto mi risulta), scelgono di visitare i due templi con un'escursione in giornata da Chiang Mai, ma il mio suggerimento è invece quello di dormire a Chiang Rai una o due notti per esplorare la cittadina e prendere le cose con calma. Per un soggiorno di tre giorni, ecco i miei consigli su cosa vedere e cosa fare a Chiang Rai: Giorno 1: Mettetevi comodi nell'hotel prescelto (io ho dormito a La Luna Resort che si trova in uno splendido giardino tropicale, a soli 10 minuti a piedi della Torre dell'Orologio che è nel pieno centro della città, pagando circa 32 euro per una camera Deluxe con colazione, questo in Ottobre, quindi bassa stagione), quindi dirigetevi al Tempio Bianco (il cui vero nome è Wat Rong Khun). Il tempio è una stupefacente struttura di un bianco abbagliante, ricca di dettagli intricati e splendide sculture e pitture. L'artista e architetto che ha immaginato e realizzato il Wat Rong Khun si chiama Chalermchai Kositpipat. Il tempio è stato inaugurato nel 1997 ma non è un'opera finita: i lavori sono ancora in corso nel 2023. Kositpipat ha finanziato il progetto con il proprio denaro, è infatti un famoso artista in Thailandia e all'estero, ma oggi il biglietto d'entrata che i visitatori pagano per visitare il tempio è sufficiente per sovvenzionare la costruzione di nuovi edifici e il mantenimento di quelli esistenti, ed è molto probabile che il Wat Rong Khun continuerà ad espandersi. La struttura principale è completamente bianca, ricoperta di frammenti di vetro specchiato incastonati nel cemento. Kositpipat ha concepito il tempio come un'offerta a Buddha e spera che il progetto gli regalerà l'immortalità. Il Wat Rong Khun è anche un omaggio al defunto e amatissimo re, Rama IX, che è morto nell'ottobre del 2016. In uno degli edifici del complesso c'è una mostra di foto e dipinti che raccontano la vita del Re Rama IX. Per entrare nella struttura principale del Tempio Bianco si attraversa un ponte sospeso su un piccolo lago. Davanti al ponte, centinaia di mani si protendono dal lago verso i visitatoti, a simboleggiare il desiderio fuori controllo, l'avidità e la brama di possesso degli uomini. Il ponte, che è costruito in modo che i visitatori debbano attraversarlo in fila indiana, ci comunica che la strada verso la felicità è costellata di tentazioni, avidità e desideri, ed è una strada solitaria. Superato il ponte, arriverete alla "porta del paradiso", protetta da due statue imponenti e spaventose che rappresentano la Morte e Rahu, che decide del destino dei morti. All'interno del Tempio Bianco vi troverete a fissare stupiti una serie di facce demoniache che emergono tra le fiamme arancioni, e una serie di idoli dell' Occidente tra cui Michael Jackson, Neo di The Matrix, Freddy Kruger, Superman ma anche Goku, Hello Kitty, il Pirata Jack Sparrow, Yoda e Harry Potter. Altre scene ritraggono immagini di attacchi terroristici come quello alle Torri Gemelle, o guerre nucleari e pompe petrolifere in azione. Il messaggio è chiaro: rappresentano l'impatto negativo che gli uomini, deboli e crudeli, hanno sulla Terra. Tutto questo orrore è però custodito all'interno di una struttura angelica, di un bianco abbacinante, che simboleggia la purezza del Buddha. Prima di lasciare il Wat Rong Khun, andate alla toilette. I bagni sono infatti uno degli elementi più sorprendenti del complesso: l'edificio è tutto color oro e riccamente decorato, a simboleggiare il corpo e i desideri terreni degli uomini, in contrasto con il bianco "ubosot" (la sala principale del tempio) che rappresenta la purezza della mente.
Dopo aver visitato l'opera del maestro Kositpipat, andate a vedere l'opera del suo allievo, l'artista e architetto Putha Kabkaew, ideatore del Wat Rong Suea, conosciuto come il Tempio Blu. Wat Rong Suea si può tradurre dal Thailandese come "Tempio della Tigre Danzante": pare sia stato chiamato così in memoria di una tigre che in passato si aggirava nella zona. Se il Tempio Bianco è una nuvola aguzza color latte, quest'altro tempio buddhista spicca per l'incredibile color blu cobalto con strisce d'oro e dipinti psichedelici. Al contrario del Tempio Bianco, il complesso del Tempio Blu non ospita monaci residenti. L'edificio principale, il viharn, è protetto da due grandi statue di serpenti Naga che sono di guardia all'entrata. L'architettura è in stile Lanna (lo stile tradizionale del Nord della Thailandia) con intricate decorazioni floreali. Se l'esterno vi lascerà a bocca aperta, l'interno non sarà da meno. I dipinti che ricoprono quasi tutte le pareti ritraggono scene della vita del Buddha, ma saranno probabilmente le decorazioni sul soffitto a catturare la vostra attenzione: sono un caleidoscopio di blu zaffiro e viola, con fiammate d'oro e arancio,
Se dopo aver visto il Tempio Blu non siete troppo stanchi, proseguite con la visita del Baan Dam, La Casa Nera. Se invece siete stanchi, rimandate questa visita al terzo giorno e rientrate in città per andare a cenare al Mercato Notturno (Night Market), con le sue bancarelle di cibo di strada e prodotti locali. Una prelibatezza che non dovreste perdere è l'Hunglay, un curry di maiale, aglio e zenzero tipico del Nord della Thailandia. La Casa Nera è un complesso di 40 edifici in stile Lanna e del Laos, per la maggior parte costruiti in legno di teak scuro, situati in un enorme, splendido giardino tropicale. All'interno degli edifici, che meritano una visita anche solo per la loro architettura, sono custoditi dipinti (spesso rappresentanti creature mitologiche, bestie e demoni), manufatti, sculture e oggetti preziosi in oro e argento, ma anche ossa e pelli di animali tra cui serpenti, bufali e coccodrilli e altre curiosità come portamonete a forma di falli e pipe da oppio. Il filo conduttore del Baan Dam sembra essere “l'oscurità nel cuore degli uomini". Il tema della vecchiaia, della morte e del ciclo Buddhista delle rinascite è un altro punto chiave nell'arte di Thawan Duchanee, l'artista Thailandese che ha concepito e realizzato la Casa Nera nel 1975, e vissuto in alcuni degli edifici fino alla morte, avvenuta qualche anno fa.
Giorno 2: Il Triangolo d'Oro A nord-est di Chiang Rai, vicino alla cittadina di Chiang Saen, si trova il famoso (e discusso) Triangolo d'Oro, un tempo centro principale della produzione e commercio di oppio nel Sud Est Asiatico. Non è più così, e adesso la zona è conosciuta e visitata soprattutto per i suoi villaggi pittoreschi nella giungla, templi e rovine antiche e per la presenza delle Tribù delle Colline, minoranze etniche che affascinano i visitatori con i loro costumi colorati e un artigianato di qualità. Arrivati nell'area del Triangolo d'oro potrete ammirare l'incantevole paesaggio del Mekong e delle colline punteggiate da villaggi e templi, ma anche il punto di incontro geografico e politico tra tre paesi: qui la Thailandia incontra il Laos e il Myanmar. Vedrete anche un grande Buddha dorato, un tempio antico in cima a una collinetta e il Museo dell'Oppio. Quest'ultimo è un grande museo dedicato alla storia della coltivazione e del commercio di oppio nel Triangolo d'Oro. Vedrete oggetti come pipe per fumare e pentolini per scaldare la pasta di papavero, fotografie e filmati che spiegano tutte le fasi della produzione a partire dal latte di papavero, ma anche rappresentazioni molto realistiche dei danni causati dal consumo di oppio. Un'altra sezione del museo è dedicata alla Guerra dell'Oppio condotta dagli Inglesi, e una terza sezione racconta le tribù delle colline che alla produzione di oppio si sono dedicate per decenni. Infine apprenderete della Fondazione Reale del Re Bhumibol Adulyadej, che ha contribuito con finanziamenti e progetti di agricoltura ad eradicare la coltura dell'oppio nella regione. Il Progetto Reale è nato per migliorare le condizioni di vita dei contadini e allevatori locali e per riabilitare le foreste della regione. Se oggi le colline attorno a Chiang Rai producono con successo caffè, riso e tante varietà di frutta e verdura, si deve in gran parte al lavoro della Fondazione Reale. Lance a motore percorrono il Mekong tra Thailandia e Laos ed è possibile imbarcarsi per escursioni di mezz'ora oppure per vere e proprie crociere che, con soste per dormire e visite culturali lungo il percorso, raggiungono in due o tre giorni Luang Prabang, in Laos. Prima di rientrare a Chiang Rai, un tipico tour di una giornata al Triangolo d'Oro include anche una visita alle piantagioni di tè per cui la regione è famosa, una veloce sosta a Mae Sai, cittadina di frontiera al confine con il Myanmar, e una più interessante sosta a Chang Saen, una Ayutthaya in scala molto ridotta. La cittadina è ricca infatti di templi antichi, tra cui il ben conservato Wat Phra That Chedi Luang, rovine di palazzi e monumenti del Regno di Lanna, e di una cinta di mura che è la meglio conservata di tutto il Nord della Thailandia. Questo perché dal 1300 fino al 1804, quando fu distrutta, Chang Saen era una delle città strategiche del Regno Lanna oltre che un importante centro Buddhista. Per brevi periodi fu parte del Myanmar. In effetti, quando tornerò nella provincia di Chiang Rai, vorrei che fosse Chang Saen la base delle mie esplorazioni, perché una tappa in un tour in giornata da Chiang Rai non è sicuramente abbastanza per scoprirla. Rientrerete in città stanchi, ma se allo scoccare delle sette, delle otto o delle nove di sera siete in centro, non perdetevi lo spettacolo kitsch della Torre dell'Orologio che prende vita con uno spettacolo di luci e musica. Costruita dall'architetto del Tempio Bianco, funge da orologio, rotonda e attrazione turistica della città. Giorno 3: Singha Park, Mae Fah Luang Art and Culture Park ed eventualmente Casa Nera
Se la vostra partenza da Chiang Rai non è mattiniera, l'ultimo giorno avete la scelta tra visitare il Singha Park o il Mae Fah Luang Art and Culture Park, e approfittarne per vedere Baan Dam (la Casa Nera) se non ci siete riusciti il primo giorno. Singha Park è un complesso a metà tra giardino tropicale, zoo e fattoria. La parte meno interessante e che potete saltare, a mio giudizio, è lo zoo che include giraffe e zebre in cattività. Il resto del parco invece merita: ci sono enormi risaie, piantagioni di tè, frutteti, campi di lavanda, bellissimi fiori tropicali e un lago.
In alternativa al Singha Park, potreste decidere di visitare il Mae Fah Luang Art and Culture Park che si trova a circa 5 km a ovest di Chiang Rai. E' un'area che ospita stagni e laghi, edifici tradizionali in stile Lanna e un mix di oggetti religiosi e arte contemporanea. E' interessante se siete interessati alla storia e alla cultura di Chiang Rai, ma personalmente , dovendo scegliere tra i due, darei la priorità al Singha Park. Il Mae Fah Luang Art and Culture Park:
Come potete notare, Chiang Rai ospita diverse attrazioni tra cui potrete scegliere, se deciderete di dormire in città invece che visitarla con un tour di una giornata da Chiang Mai. Probabilmente alla fine dei tre giorni deciderete di voler tornare nella regione, ed esplorarla ancora. Se questo articolo vi sembra interessante, siete liberi di condividere il link e lasciare un commento. Alla prossima!
Sawadeeka da Chiang Mai!
Dopo un anno ferma a Krabi, mi sono presa una settimana di vacanza per viaggiare da sola, una cosa che amo fare di tanto in tanto perché mi aiuta a ricaricarmi e rilassarmi allo stesso tempo. Non pensate anche voi che sia fantastico non dover fare piani in anticipo o scendere a compromessi per la cena o su dove andare dopo? Non fraintendetemi, amo viaggiare con la famiglia e gli amici, ma qualche volta amo ancora di più viaggiare da sola. Approfittando di una bassa stagione molto tranquilla, ho deciso di volare a Nord, fermarmi tre notti a Chiang Mai e il resto della settimana a Chiang Rai: ho visitato la prima per un weekend diversi anni fa, ma non ho mai visto la seconda, e non vedo l'ora di essere là. Tuttavia, questo articolo riguarda solo Chiang Mai, poiché c'è tantissimo da dire sulla città, mentre Chiang Rai merita un post a parte. Tavola dei contenuti:
Chiang Mai, il paradiso dei nomadi digitali che assomiglia a un grande villaggio Chiang Mai, o Chiangmai, è la città più grande del Nord della Thailandia e capitale della omonima provincia. Si trova 700 km a nord di Bangkok in una regione montuosa. Il nome Chiang Mai significa “Città Nuova” in Thai, anche se la città era la capitale del Regno di Lanna prima che questo si fondesse con altri reami e desse vita al Siam, la moderna Thailandia, quindi la sua storia è molto più lunga di quello che il nome suggerisce. Chiang Mai è attraversata dal fiume Ping e grazie alla sua posizione è diventata il principale centro religioso, culturale ed economico del nord della Thailandia, e uno snodo strategico per i viaggi da e per le nazioni vicine come Myanmar, Cina e Laos. Chiang Mai è anche una delle città preferite dai nomadi digitali; questo si riflette nel gran numero di spazi co-working, caffè, club, negozi di cibo organico e ristoranti vegani e vegetariani che si trovano in ogni parte della città ma soprattuto nella Città Vecchia e nel quartiere di Nimmanhaemin. E’ anche un famoso e apprezzato centro turistico, grazie al grande numero di attrazioni che possono soddisfare i gusti più disparati: parchi nazionali spettacolari come il Doi Inthanon, fiumi e giungla, opportunità di trekking e santuari degli elefanti. Per non parlare delle migliaia di templi e rovine storiche disseminati per tutta la provincia e la presenza delle Tribù delle Colline, gruppi di discendenza Tibetana e Mongola come i Karen, i Hmong e i Miao che possiedono un vestiario meraviglioso, interessanti credenze religiose e uno stile di vita intrigante. Possiamo tutti imparare dalla saggezza delle tribù delle colline, e in effetti visitare un villaggio dei Karen Bianchi è stato per me uno degli highlight del viaggio. Tuttavia, nonostante offra un gran numero di siti turistici e attività, Chiang Mai ha l’aspetto di un grande paese: è (per la maggior parte) molto pulita, è ordinata, tranquilla e tradizionale, e i condomini e le torri di cemento non hanno (ancora) stravolto il suo aspetto. La Città Vecchia, in particolare la zona recintata dalle mura del 18esimo secolo, è situata sulla riva occidentale del fiume Ping; ospita le rovine di templi del 13 esimo e 14 esimo secolo, mentre la riva orientale è più moderna e ariosa. Due ponti attraversano l’ampio fiume Ping.
Volare a Chiang Mai
Dopo Bangkok, Chiang Mai è la città meglio collegata in Thailandia. Ci sono voli giornalieri per la maggior parte delle città Thailandesi (tra cui Bangkok, Hat Yai, Hua Hin, Samui, Khon Kaen, Krabi, Pattaya, Phuket, Nan, Pai, Phitsanoluk) e diverse compagnie aeree low cost come Air Asia, Nok Air, Kan, Nok Air, Tiger Air volano da e per Chiang Mai, oltre alle compagnie principali come Thai, Singapore Airlines e Korean Air . I voli per Bangkok partono quasi ogni ora, mentre voli internazionali connettono la città con le nazioni vicine come il Myanmar, Laos e Vietnam, ma anche con Cina, Sud Korea, India, Taiwan e Qatar. L’unico volo diretto tra Krabi e Chiang Mai è operato da Air Asia e mi è costato circa 2000 THB, prenotandolo una settimana prima della partenza. Da Chiang Mai mi sposterò in autobus a Chiang Rai, dove trascorrerò 4 giorni. Al ritorno, volerò da Chiang Rai a Bangkok; quindi, dopo uno scalo di circa 3 ore all'aeroporto di Don Muang, da Bangkok a Krabi con Thai Lion Air. In totale per i tre voli ho speso 4500 THB, ma la tariffa può raddoppiare nell’alta stagione (tra Novembre e Marzo) e durante le vacanze governative.
Dove dormire a Chiang Mai
La mia scelta è caduta su un originale boutique hotel nel cuore della Città Vecchia. Si chiama Elliebum e lo adoro! Il personale non è solo amichevole e professionale ma anche desideroso di condividere consigli e informazioni sulla città e le attività da provare. Il piccolo giardinetto all’entrata dell’hotel è delizioso, e se si ha voglia di compagnia ci si può sedere a fare due chiacchiere con la frizzante ed estroversa Gede davanti a un buon bicchiere di vino, al tramonto. Le camere tendono a essere piccole ma sono pulitissime e dotate di tutto quel che serve, dall’accappatoio al phon e cassetta di sicurezza, oltre al bollitore e alle ciabatte. La mia camera Deluxe si trova al secondo piano e non c’è l’ascensore, ma lo staff si offrirà di portarvi la valigia ai piani superiori se serve. La colazione è FANTASTICA. Si può scegliere tra una decina di opzioni che verranno preparate al momento e servite all’ora che preferite. Fino ad ora ho provato il Jok (un porridge di riso servito con polpette di maiale, zenzero, pepe e uova) e un piatto libanese (di cui ho scordato il nome) con uova fritte in un letto di pomodori e spezie. L’hotel può essere prenotato attraverso Booking.com, che è sempre la mia prima scelta quando viaggio, o anche direttamente attraverso la loro pagina Facebook. Se pensate di prenotare escursioni e attività a Chiang Mai e dintorni attraverso GetYourGuide o Trip Guru, l’ Elliebum boutique hotel è conosciuto dalle loro guide e autisti, e l’indirizzo salta fuori in automatico tra le scelte per il pick up. Molto comodo. Come me, molti viaggiatori decidono di dormire nella Città Vecchia, che è la parte più affascinante della città, ricca di templi, monumenti, ristoranti e negozi. E’ racchiusa dalle mura antiche e molto facile da esplorare a piedi o in moto. Appena fuori dal centro, ai 4 angoli, si trovano grandi centri commerciali come Central o Maya, molto utili se volete comprare equipaggiamento da trekking o fare la spesa, inclusi generi di importazione come Olio d'Oliva e vini. Tutto attorno al centro, in campagna e sulle colline, si trovano resort più o meno di lusso e boutique hotel che sono il sogno degli Influencer di Instagram. Potrete svegliarvi avvolti nella nebbia che abbraccia le colline, circondati dai suoni e i colori della giungla, e aprire la finestra su una piscina a sbalzo o un’amaca sospesa tra gli alberi. Per un prezzo decisamente alto, ovviamente. Per chiarezza, le zone da tenere in considerazione per un soggiorno a Chiang Mai sono soprattutto queste:
Cosa vedere a Chiang Mai in tre giorni
1) Templi, templi e ancora templi Piove fortissimo a Chiang Mai al momento (non è insolito per metà Ottobre) quindi dopo essere atterrata ho deciso di passare il pomeriggio a passeggiare senza fretta (e senza meta) per il quartiere, vestita come un puffo nel k-way viola, per farmi un’idea dei negozi, ristoranti e monumenti della zona. Il mercato Warorot, che era in cima alla lista dei posti che avevo in mente di visitare, è purtroppo chiuso a causa degli allagamenti degli ultimi giorni. Ma mettetelo in lista quando sarete a Chiang Mai. A causa degli allagamenti, durante il primo giorno in città ho deciso di prendermela comoda e perdermi di proposito, camminando senza una meta precisa. Non è bello perdersi ogni tanto? Soprattutto in una città che è invasa da templi, mercati, caffè stilosi, specialità tipiche e negozi interessantissimi, dove si possono ancora trovare sete e cotoni di buona qualità. Avevo pensato di affittare un motorino per muovermi, ma a causa della pioggia forte e degli allagamenti ho cambiato idea e mi sono affidata ai piedi. Il primo tempio in cui mi sono imbattuta, proprio dietro l’angolo rispetto all’hotel, è stato il Wat Chedi Luang (ingresso: 50 THB) dove si trova anche il pilastro della città di Chiang Mai. Chedi Luang, conosciuto anche come il Tempio del Grande Stupa, è uno dei templi più importanti di Chiang Mai. La caratteristica più riconoscibile è il massiccio stupa (o Chedi = pagoda) che domina il cortile. E’ stato costruito nel corso di un secolo e una volta completato, nel 1475, aveva raggiunto l’impressionante altezza di 85 metri, che lo rendevano la struttura più alta di tutta la provincia di Chiang Mai. Un terremoto distrusse gran parte della pagoda nel 16esimo secolo, ma negli anni Novanta venne parzialmente restaurato . La statua di Buddha più venerata della Nazione, il Buddha di Smeraldo, era costudita all’interno del Wat Chedi Luang. Oggi, tuttavia, si trova all’interno del tempio Wat Phra Kaew a Bangkok. Il Sao Inthakin, Pilastro della città di Chiang Mai , è ancora ospitato all’interno di un piccolo santuario nel complesso del Wat Chedi Luang. I residenti credono che il pilastro protegga la loro città. L’ingresso non è però consentito alle donne; troverete una spiegazione del motivo sul cartello all’entrata del santuario. Sorpresa…. Anche il complesso del Wat Chedi Luang era parzialmente allagato durante le mia visita, e tutti camminavamo con l’acqua al ginocchio, ma è stata una visita poco affollata e molto interessante che non ho voluto interrompere. Il successivo tempio in cui sono entrata è il Wat Phra Singh o “Tempio del Buddha Leone”, costruito nel 14esimo secolo quando Chiang Mai era la Capitale del Regno Lanna. Il tempio è abitato da un gran numero di monaci ed era molto vivace anche sotto la pioggia scrosciante. La caratteristica più appariscente di questo tempio è la pagoda dorata più grande, una struttura circolare che poggia su una base quadrata. 4 statue di teste di elefanti emergono dai 4 lati dello stupa. Perfino nel cielo grigio plumbeo, la pagoda dorata è abbagliante come il sole, così tanto da accecare! I riflessi dorati nelle pozzanghere di pioggia e lo sfondo di nuvole blu e nere ha reso questo tempio uno spettacolo etereo. L’ingresso è gratuito. Prima di rientrare in hotel per un necessario cambio di scarpe, mi sono imbattuta nel cortile di un tempio deserto, lo Jedi Sriphuak Hong. Ho trascorso qualche minuto nel tempio in solitaria, aspettando il tramonto, poi sono rientrata all’ Elliebum. Per cenare ho scelto un ristorante vicino all’albergo dove ho ordinato una zuppa calda, perfetta dopo una giornata fresca e bagnata: il Khao Soy, spaghetti di riso in brodo di pollo, una specialità del Nord della Thailandia.
2) Doi Inthanon National Park
Per la seconda giornata a Chiang Mai ho prenotato un tour guidato per esplorare il Doi Inthanon National Park, che si trova a circa 60 km da Chiang Mai. Doi Inthanon è conosciuto per le impressionanti cascate, la vegetazione che comprende foresta tropicale e piante rare e per ospitare la montagna più elevata del Regno, che dà il nome al parco e raggiunge i 2,565 metri. Altitudini diverse assicurano una grande varietà di flora e fauna all’interno del parco: la zona più in basso ospita lo stesso tipo di vegetazione del resto del Nord della Thailandia, mentre la cima della montagna è coperta dalla nebbia e dalla foresta sempre verde: felci, liane, muschi e diverse specie di piante e funghi che non si trovano in nessun altro luogo della Thailandia. Se gli Elfi esistessero vivrebbero all’interno del magico mondo del Doi Inthanon. Il tour guidato (prenotato attraverso l’app di GetYourGuide) raggruppava 8 persone più la guida e l’autista, a bordo di un minivan molto pulito e ben tenuto. Una volta raggiunto l’ingresso del parco, ci siamo fermati a visitare la cascata Wachirathan, la seconda per dimensioni lungo la via per la cima del Doi Inthanon, e una delle più appariscenti. La cascata su più livelli raggiunge gli 80 metri e ci si bagna anche solo restando sul sentiero a fianco, a diversi metri di distanza. Quindi fate attenzione alle apparecchiature elettroniche e procuratevi una borsa impermeabile. Quando spunta il sole, anche solo per un istante, un bellissimo arcobaleno appare nella schiuma della cascata e risplende sul fiume. Si può pernottare all’interno del Doi Inthanon, campeggiando o affittando uno dei bungalow del parco nazionale, ma questi ultimi devono essere prenotati con largo anticipo (anche fino ad 1 anno) perché sono molto richiesti. Campeggiare sembra dunque la soluzione più facile. Ci siamo poi fermati alla cascata Sirithan, un’altra splendida cascata che porta il nome della Regina Madre, Sirikit. (Than significa Acqua nell’antica lingua Pali ). A causa delle abbondantissime piogge stagionali, abbiamo ammirato la cascata e il fiume nella loro massima potenza. Ci siamo poi recati sulla cima del Doi Inthanon dove abbiamo fatto trekking nella foresta per circa 45 minuti. Era freddo! O comunque molto più freddo di quello che mi aspettavo. 18 gradi sono la temperatura minima in cui mi sono ritrovata a vivere negli ultimi 4 anni, se si escludono 5 giorni di gelo a Copenhagen nell’ottobre 2021. Ma ne valeva la pena: la foresta di muschi e licheni dalle sfumature verdi-azzurre è di una bellezza indescrivibile, dovete immergervi in quell’ambiente di suoni e luci straordinarie per capire cosa intendo. Non lontano dalla cima della montagna sono state erette due pagode conosciute come Le Pagode Reali gemelle. Per alcuni dei miei compagni di viaggio la visita alle due pagode ha rappresentato il momento più bello dell’escursione, ma a mio parere la foresta incantata e il villaggio dei Karen meritano il primo posto. La prima pagoda, la più grande, fu costruita per onorare il sessantesimo compleanno del defunto Re, Rama IX, mentre la seconda, appena leggermente più piccola, è dedicata alla sua consorte ancora in vita, la Regina Sirikit. Più che le pagode (comunque eleganti e degne di una visita), ho apprezzato la vista spettacolare sulla valle sottostante, che è arrivata come un regalo inatteso: dopo una mattinata di nebbia e pioggia, il cielo si è improvvisamente aperto e il sole ha fatto capolino per qualche minuto, proprio mentre stavamo passeggiando nei Giardini della Regina che circondano le pagode, ed eccole là, la vallata di Chiang Mai e parte della città.
3) Le tribù delle Colline
A Doi Inthanon e dintorni ci sono diversi villaggi abitati dalle tribù delle colline, alcuni dei quali si possono visitare con un’escursione di uno o più giorni. Una volta entrati nel Parco Nazionale e superate le cascate di Wachirathan e Sirithan, abbiamo guidato fino a raggiungere un villaggio Karen di 800 abitanti. I Karen Bianchi sono uno dei tre gruppi che formano la tribù dei Karen di discendenza Tibetana ( le altre due sono i Karen Rossi e i Karen dal Collo Lungo). I Karen Bianchi sono fieri protettori della foresta e vivono una vita prevalentemente in simbiosi con la natura. Seppelliscono perfino i loro morti sotto gli alberi che circondano il villaggio in modo che possano rimanere un tutt’uno con la natura senza lasciare il villaggio in cui sono cresciuti. Maiali e maialini neri, mucche, cuccioli di cane e gatto, galli e anatroccoli ci circondavano durante la nostra camminata attraverso il villaggio. Abbiamo passato il tempo ad annusare i fiori profumatissimi, raccogliere e assaggiare frutta dagli alberi, visitare un laboratorio di tessitura a telaio, le risaie e una raffineria artigianale di caffè. Mentre bevevamo il caffè scuro e molto forte dei Karen, abbiamo imparato di più sul Progetto Reale dedicato al Doi Inthanon che fu iniziato dal precedente Re con lo scopo di avvicinare le tribù delle colline alle tecniche di agricoltura moderne e fornire loro nuovi metodi per migliorare la propria economia e i propri standard di vita. Il Progetto Reale si propone di offrire un’alternativa praticabile ai metodi distruttivi che molti contadini e allevatori usavano in passato per liberare terreno coltivabile (spesso bruciando la foresta) e si propone anche di offrire alternative economicamente vantaggiose alla produzione di oppio, che fino a pochi anni fa era la principale fonte di sostentamento per le genti delle colline. Oggi, il villaggio Karen che abbiamo visitato produce chicchi di caffè, riso e diverse varietà di frutta e verdura, inclusi deliziosi avocado e fragole. E’ un luogo incredibilmente sereno e tradizionale, e allo stesso tempo molto vivace oltre che bellissimo. Ci siamo sentiti accolti dai locali e non abbiamo mai avuto la sensazione di essere finiti in una trappola per turisti come invece sembra accadere, lo dicono diverse recensioni che ho letto in rete, al villaggio delle Donne Giraffa.
Lo sapevate?
1) C’è una spiaggia a Chiang Mai! E’ probabile che a qualche incrocio in città vedrete i cartelli con le indicazioni stradali per "Chiang Mai Beach", nonostante la città si trovi a centinaia di km dall’oceano. Da un paio di anni, infatti, esiste una Spiaggia sul Fiume a Chiang Mai, un posto dove, nonostante le acqua non proprio limpide, anzi assai melmose del fiume Ping, non certo adatte a fare il bagno, troverete sdraie, altalene, amache, una caffetteria e un parco giochi con la sabbia per i bambini. Non ho avuto modo di andarci di persona, anche a causa del maltempo, ma la spiaggia sul fiume sembra essere molto popolare e si trova a soli 20 minuti dalla Città Vecchia. 2) Al Wat Chedi Luang gli stranieri possono chiacchierare ogni giorno con i monaci residenti del tempio, ed è un’opportunità di apprendimento per tutti: i monaci possono ripassare o imparare l’Inglese mentre gli stranieri possono espandere la propria conoscenza sul Buddhismo e la vita monastica, o fare domande sulla cultura e gli stili di vita Thailandesi. 3) Starbucks potrebbe non essere in cima all vostra lista di caffè preferiti, tuttavia sono rimasta piacevolmente colpita dal fatto che a Chiang Mai la catena di Seattle compra i propri chicchi di caffè nei villaggi dei Karen Bianchi al Doi Inthanon, pagando quello che gli abitanti del villaggio hanno detto essere un prezzo giusto, e questa mi pare una gran buona notizia. Per ora è tutto da Chiang Mai poiché domani sono in partenza per Chiang Rai, dove metterò piede per la prima volta. Tre giorni a Chiang Mai sono il minimo che dovreste metterei conto perché c’è davvero tanto da vedere e provare, senza considerare il gran numero di ristoranti e gallerie d’arte che da soli meriterebbero un mese. Tuttavia, un breve soggiorno è meglio di niente, e in ogni caso ho in programma di tornare in città in un altro periodo dell’anno. Se avete consigli o raccomandazioni prima del mio prossimo soggiorno in città, scrivetemeli! Indice 1. Due mercati poco conosciuti 2. Amuleti e statue di Buddha 3. Come raggiungere il Mercato degli Amuleti 4. Fiori, frutta fresca e tonnellate di ghiaccio: il Mercato dei Fiori 5. Tour guidati 6. Come raggiungere il Mercato dei Fiori Se non è la prima volta che visitate Bangkok, avrete probabilmente già visto le attrazioni principali: bellissimi templi antichi come il Wat Arun e il Wat Pho, il maestoso Palazzo Reale, il parco Lumphini e la Casa di Jim Thompson; avrete probabilmente fatto shopping nei grandi e lussuosi centri commerciali nel cuore della città e preso un battello sul fiume Chao Praya. Magari avete anche visitato il mercato di Chatuchak e sorseggiato un aperitivo in uno degli esclusivi bar in cima ai grattacieli come il Vertigo o il Marriott The Surawongsee, ammirando panorami spettacolari della città di notte. Ma se avete a disposizione ancora un paio di giorni in città e volete vivere Bangkok come i locali o se avete già esaurito la lista delle attrazioni da vedere ed esperienze da fare, leggete di questi due mercati meno conosciuti che però rendono Bangkok così originale. Il primo mercato non è lontano dal Palazzo reale ed è conosciuto come Il Mercato degli Amuleti. La Thailandia è (a grande maggioranza) un paese Buddhista e gli amuleti ricoprono un ruolo importante nella cultura e nelle pratiche religiose del Regno. Al Mercato degli Amuleti, monaci, collezionisti e fedeli vanno in cerca sia di antichi e costosi amuleti sia di talismani comuni da portare a casa o indossare per protezione. Il secondo mercato non è legato strettamente alla religione, tuttavia le merci esposte sono utilizzate in gran parte per decorare templi ed edifici governativi, oltre agli hotel, i ristoranti e le case private: si tratta del Mercato dei Fiori. Amuleti & statue di Buddha Il mercato degli Amuleti si estende nella zona alle spalle del fiume all'altezza del centro commerciale Maharaj, fino al molo Chiang, ed è quindi conveniente raggiungerlo in traghetto oltre che in taxi, autobus o BTS. Il mercato è vicino al Palazzo Reale, ma fino al mese scorso non ci ero mai stata, per mancanza di tempo ma anche perché, a essere onesta, non lo avevo mai trovato. Sono sicura di essere stata in quel soi (vicolo) in passato, ma o il mercato quel giorno era chiuso, oppure non mi spiego come mai non l'ho avvistato. Una volta che imboccate il vicolo giusto, infatti, è davvero impossibile non notarlo: decine e decine di bancarelle espongono migliaia di amuleti sacri protettivi e statue di Buddha, più altri oggetti religiosi. E' un mercato locale che attrae residenti che comprano per la propria personale collezione e pratica religiosa e, naturalmente, monaci. Possiede tutto il fascino e i colori che ci si augura di trovare quando si visita un mercato in un paese straniero, tuttavia non tutti i venditori apprezzano che i turisti scattino foto e video. Noterete diversi cartelli “No Foto” e qualche venditore particolarmente sgarbato. La maggioparte dei negozianti sono però educati e amichevoli, e qualcuno parla un livello di Inglese sufficiente a poter fornire spiegazioni e aneddoti sui suoi amuleti. Io ho finito per compare qualche piccolo amuleto da regalare ad amici Buddhisti da un commerciante che è stato felice di rispondere alle mie domande e soddisfare la mia curiosità. Protezione Da quel che ho capito grazie al paziente venditore (e alla mia amica Alice, che è sempre di grande aiuto per comprendere la cultura Thailandese), il potere di ogni amuleto varia: si crede che alcuni possano proteggere dagli spiriti maligni, dai fantasmi e dallo squilibrio; si crede che altri proteggano chi li indossa da pericoli prettamente fisici come gli incidenti stradali, i proiettili e eventi simili. Quindi, ogni compratore che si reca al Mercato degli Amuleti è in cerca di qualcosa di specifico, un talismano particolare che gli garantirà il tipo di protezione che lui sta cercando in quel momento: benedizione per un nuovo progetto al lavoro o per una nuova casa, buona fortuna per la sua famiglia, un erede molto desiderato, o magari il numero vincente alla lotteria. Gli amuleti possono avere la forma di medaglioni o di volti di Buddha o altre divinità Induiste e Buddhiste e sono costruiti in materiali diversi: legno, argilla, pietra, bronzo o anche parti umane (come capelli o ossa di un monaco deceduto). A meno che non siate molto esperti di ciò che state comprando, il mio suggerimento è di lasciarvi guidare dall'istinto senza trattare troppo sul prezzo: alcuni amuleti sono antichi e preziosi, la maggior parte sono prodotti in serie, quindi è una scommessa al buio! Accontentatevi di pagare il prezzo che sareste disposti a spendere per un souvenir, la merce in questo mercato può costare da meno di 10 bath fino a migliaia di bath, e il valore è legato alla vostra fede oppure al vostro portafoglio. Osservare i compratori all'opera mentre consultano i venditori per identificare il talismano perfetto, quello che esaudirà magicamente la loro preghiera, è ciò che rende il mercato così affascinante da vedere anche se non avete intenzione di comprare nulla. Come raggiungere il Mercato degli Amuleti Il Mercato degli Amuleti corre parallelo al fiume Chao Phraya, non lontano dal Palazzo Reale, in Maharaj (Maha Rat) Road, alle spalle del tempio Wat Mahathat. La parte principale del mercato è subito dietro ai caffè e ristoranti sul fiume, quindi il modo più semplice per raggiungerlo è in traghetto (come il Chao Praya Express), scendendo a Chang Pier, Maharaj Pier o Phra Chan Tai Pier. Alcune bancarelle sono lungo la strada principale (Maharaj road) mentre il cuore del mercato è in un vicolo indicato come “‘Trok Maha That’, tenete gli occhi aperti fino a che non trovate questa indicazione. Il Mercato degli Amuleti è comunque segnalato su Google Maps, quindi quando siete in zona basta controllare il telefono e seguire le indicazioni. Dalla stazione BTS National Stadium, prendete l'uscita 2, svoltate a U e camminate fino alla fermata dell'autobus numero 47. Sono trenta minuti di strada da lì al Palazzo Reale. Fiori, frutta fresca e tonnellate di ghiaccio: il Mercato dei Fiori Il secondo mercato di cui scrivo oggi si chiama Pak Klong Talat (che significa “mercato alla bocca del canale”). E' meglio visitarlo di notte o nelle prime ore del mattino quando è più vivo e affollato, con i marciapiedi trasformati in macchie di colore a causa di tutti i fiori e le ghirlande che i venditori sono impegnati a smistare e impilare, ma io sono capitata in zona nel pomeriggio e ho deciso di visitarlo lo stesso. Pak Khlong Talat, il Mercato dei Fiori, occupa diversi vicoli ed edifici in Chak Phet Road nella Città Vecchia, a sud del Wat Pho e a un tiro di schioppo dal fiume Chao Praya. Uno dei mercati dei fiori più grandi dell' Asia Pak Klong Talat è un mercato all'ingrosso, uno dei più grandi mercati di fiori dell' Asia. I commercianti vendono fiori e tutto ciò che serve per le composizioni floreali di ogni forma e dimensione, dai vasi alle ceste ai nastri, ma anche frutta, verdure, erbe , spezie e contenitori del ghiaccio per tenere fresca la merce. L'odore e i colori dei fiori freschi sono intensi: ci sono migliaia di orchidee, fiori di loto, gelsomini, gigli, calendule e rose allevati in Thailandia ma anche specie importate come gli iris e i tulipani. I grossisti guidano fino al mercato da ogni angolo della Thailandia portando camion di fiori freschi da vendere ai negozianti al dettaglio che a loro volta riforniscono tutta la città: ristoranti, templi, hotel e uffici governativi sono i clienti migliori, avendo bisogno di fiori freschi tutti i giorni. Vedrete venditori giovani e anziani assemblare pazientemente ghirlande e offerte per i templi o arrangiamenti per cerimonie funerarie, ragazzi magri ma muscolosi trasportare enormi blocchi di ghiaccio da distribuire ai fioristi, gatti correre o giocare a nascondino tra scatoloni e materiale da spedizione, un mercante o due schiacciare un sonnellino in un angolo. Guardate dove mettete i piedi e non sostate nelle strette corsie tra i banchi di fiori perché i commercianti lavorano tanto e in fretta e il ritmo è frenetico. Soprattutto, fate attenzione alle biciclette e agli scooter che corrono nelle corsie del mercato come se ne fossero gli unici proprietari, in passato ci sono stati incidenti che hanno coinvolto pedoni, ma gli autisti continuano a guidare moto e bici nel mercato nonostante sia vietato. Se non siete abbastanza nottambuli/estremamente mattinieri per visitare Pak Klong nell'orario consigliato, non importa: il mercato è aperto 24 ore su 24, sette giorni su sette. E' vero che è molto più sonnolento durante il giorno, ma è anche più facile spostarsi tra i banchi; i venditori sono più rilassati e invogliati a chiacchierare o posare per una foto e potrete combinare l'escursione con la visita ad altre attrazioni nella Città Vecchia. Tour Guidati Se preferite un tour guidato, ci sono diversi modi per visitare Pak Klong Talat con diversi operatori turistici, li trovate su Get Your Guide o Tripadvisor, di seguito alcuni esempi :
Come raggiungere il Mercato dei Fiori Pak Klong Talat è situato nella Città Vecchia di Bangkok, non lontano dal Memorial Bridge. Avendolo visitato subito dopo il Mercato degli Amuleti, io l'ho raggiunto con una breve corsa in taxi dal Palazzo Reale (a circa 1 km di distanza), ma ci sono altri modi per arrivare a Chak Phet Road. Il modo migliore è in traghetto ( a bordo del Chao Phraya Express con la bandiera arancione o una delle altre barche turistiche) sbarcando al molo di Yodpiman. Dal molo, fate una passeggiata lungo il canale (Yodpiman Riverwalk) che è fiancheggiato da botteghe e ristoranti. Con la metropolitana (MRT), linea Blu in direzione della stazione di Sanam Chai. Da lì, camminate circa 5 minuti su Sanam Chai Road Est, quindi attraversate il canale Rob Krung per arrivare su Chak Phet Road. Conoscete qualche mercato che non compare nella lista delle principali attrazioni in Thailandia? Se sì, fatemelo sapere. Amo andare per mercati e mi piacerebbe scoprirne qualcuno di nuovo.
Scommetto che non hai mai sentito nominare il Rot Fai Train Market. Quando abitavo a Bangkok era il mio mercato preferito e credo che sia in assoluto il mercato notturno più bello della città, e per guadagnarsi il titolo deve essere davvero speciale, considerato che Bangkok è una megalopoli che ribolle di mercati e bazaar. Come forse sai, adesso vivo a Krabi, nel sud della Thailandia, ma il mese scorso ero a Bangkok per pochi giorni e, un venerdì sera, sono tornata a Rot Fai per vedere come se la cavava dopo due anni di pandemia. Mio padre era in visita dall' Europa e anche il mio capo, Pluto, si trovava in città, ed entrambi non erano mai stati a Rot Fai, quindi si sono uniti a me nella "spedizione" in periferia. Trovi il video girato a Rot Fai qui. Rot Fai è un autentico mercato all'aperto dove è in vendita una grande varietà di memorabilia vintage, dalle scarpe ai vestiti hippy ai mobili antichi alle auto d'epoca, pezzi di ricambio, insegne pubblicitarie e cartelli stradali. Ci sono anche negozi che vendono capi nuovi e oggetti e vestiario comune come giocattoli, spillette, calzini e biancheria intima; ci sono ristoranti alla moda, bar e bancarelle di cibo di strada, negozi di tatuaggi, barbieri hipster e perfino uno skate park. UN VENERDÌ SERA A ROT FAI Siamo partiti (nel senso di mio padre, Pluto, sua moglie Alice ed io) dal ristorante La Pala ad Asoke (che ti consiglio di provare se cerchi autentica cucina Italiana a un prezzo ragionevole, in una posizione centrale e in un ambiente informale) verso le 7.30 di un Venerdì sera, dopo una cena sul presto. La decisione di visitare Rot Fai è stata improvvisa ed eravamo abbastanza stanchi dopo aver camminato tutto il giorno nel caldo umido di Bangkok, quindi non ce la siamo sentiti di utilizzare la BTS (treno sopraelevato) e abbiamo deciso di rischiare di restare imbottigliati nel traffico a bordo di uno delle migliaia di taxi che percorrono la città a tutte le ore del giorno e della notte. Ci sono voluti circa 45 minuti per raggiungere Rot Fai, ma avremmo potuto impiegare molto di più. Siamo entrati a Rot Fai dall'ingresso principale, fiancheggiato da ristoranti Thai, alcuni bar, parrucchieri e barbieri. Un gruppo di bambini e adolescenti provava acrobazie sullo skateboard nel nuovo skate park che non avevo notato nelle visite precedenti. Mi ha fatto molto piacere vedere il mercato così vivo, anche se non affollato. LA PRIMA SEZIONE La prima sezione del Rot Fai è occupata da negozi che vendono borse, valige e abiti di tutti i giorni, e da ristoranti e caffè Coreani e Thai molto popolari, alcuni ospitati all'interno di container, altri in vecchi vagoni del treno e camper. Non lasciarti ingannare pensando che il mercato sia tutto così, ma continua ad esplorare la vastissima area fino alle sezioni più intriganti. Le bancarelle specializzate in spuntini economici e cibo di strada Thai sono abbondanti così come quelle che vendono cibi più insoliti per un palato occidentale, come gli insetti (grilli, cavallette, scorpione, bachi da seta). Un posto che amo molto in questa sezione del mercato è un caffè vecchio stile che vende succhi di frutta, granite e snack: davanti al locale noterai una bicicletta anni '60 con la pubblicità della Coca Cola e tantissimi poster e insegne. Alice mi ha confermato che questo caffè è esattamente identico a quelli dove comprava caramelle e merenda da piccola dopo la scuola, negli anni '70. Eravamo sazi dalla cena, quindi non ci siamo fermati alle bancarelle e siamo andati subito alle alte due sezioni, dove si trovano i rivenditori di auto e i negozi di arredamento. VECCHIA AMERICA, BEATLES E CARABAO Quel che differenzia Rot Fai Srinakarin da tutti gli altri mercati di Bangkok sono le merci rare custodite nelle sezioni delle Warehouses e di Rod’ Antiques, tra cui Cadillac e minibus Volkswagen degli anni '50, vecchi giradischi e juke boxe, automobili e scooter di latta per bambini, pezzi unici vintage come stivali e giacche di pelle, sneakers Adidas e miniature giapponesi degli anni '60 circondati da alcuni fast food in stile Happy Days e un Carabao e un Beatles caffè. (I Carabao sono una famosissima rock band Thailandese, i Beatles sono… ok, immagino tu sappia chi sono). In realtà, in questa ultima visita al mercato non sono riuscita a trovare i locali dei Carabao e dei Beatles, che temo abbiano chiuso durante il lock down seguito alla pandemia, tuttavia la maggioranza degli altri locali in stile Road 66 sono ancora presenti e aperti al pubblico. Pompe di benzina, lampioni arrugginiti e vecchi semafori regalano a questa zona un aspetto spettrale da città mineraria abbandonata nel mezzo del deserto, da qualche parte in Arizona. Un bombardiere americano è appoggiato sul tetto di un edificio, le ali e la cabina che torreggiano minacciosi sulle bancarelle e i negozi. Nei magazzini i venditori sono incredibilmente amichevoli e la quantità di merce esposta è stupefacente, per cui abbiamo trascorso molto tempo a scattare foto e girare video. In questa zona si è circondati da mercanzia marchiata Coca Cola , Ducati & Marlboro, pupazzi di ET e Pennywise il Clown, soprammobili, apparecchiature elettroniche e scarpe che fanno pensare di essere stati risucchiati nella serie di Netflix “Strangers Things”, ma basta camminare verso la zona di Rod’s Antiques per essere catapultati in un'altra epoca, a capofitto in un film di James Dean. Molti dei venditori sono anche collezionisti, sempre alla ricerca di qualcosa di unico, quindi è impossibile prevedere che cosa troverai alla prossima visita. UNA FOLLA VARIA E RILASSATA Ciò che non ho potuto catturare in video, per motivi di copy right, è la musica che animava i vari negozi: un mix di Jazz degli anni Cinquanta, rock’n’roll degli esordi & vecchie canzoni folk Thailandesi. Veniva voglia di mettersi a ballare nel mezzo del mercato, tra le cataste di All Stars, i 45 giri di Elvis e i manichini a grandezza umana. Ma qualcuno che ballava c'era davvero. Ed è quel che più mi piace del Rot Fai: la rilassatezza e spontaneità di tutti i presenti, dai venditori ai clienti, una moltitudine di persone socievoli che non si vedono spesso nei luoghi più turistici e nei locali del centro. Famiglie con bambini piccoli che abitano in zona vanno al mercato a mangiare un boccone e fare la loro passeggiata serale, i teenagers procedono zigzagando tra i magazzini sulle loro bici, pattini o skate, gli anziani sono seduti a bere una birra Chang e discutere di auto d'epoca e noi, gli stranieri, ci mescoliamo alla scena senza attirare troppa attenzione. In questo mercato è previsto mercanteggiare, ma l'originalità delle merci vintage che vedi esposta è garantita, quindi non irrigidirti: se il prezzo è alto, c'è probabilmente una ragione. Anche se non sei esperto di oggetti vintage e magari nemmeno ti interessano, ti assicuro che il mercato di Rot Fai Srinakarin riuscirà a conquistarti con il suo fascino autentico e atmosfera genuina. E' lontano dal centro e potresti far fatica a trovare un taxi per tornare ad Asoke o Silom a tarda notte, ma vale davvero la pena visitare questo mercato per passare una serata divertente e comprare souvenir originali. COSA DOVRESTI SAPERE PRIMA DI ANDARE A ROT FAI:
![]() Koh Bida Nok è uno dei siti di immersione più apprezzati e popolari nel Sud Ovest della Thailandia. E' una piccola isola che offre immersioni in parete e immersioni poco profonde. Koh Bida Noi e Koh Bida Nai si trovano a sud delle isole Phi Phi e appartengono allo stesso arcipelago . Insieme a Hin Bida sono conosciute come The Bida Islands. Una domenica mattina soleggiata mi sono unita al mio amico Gianluca di Sea Gypsy Divers a bordo di una nuovissima imbarcazione, metà motoscafo metà catamarano, per un'avventura subacquea nell'arcipelago di Phi Phi. Era passato davvero troppo tempo dalla mia ultima immersione, quasi 3 anni, e non ero certa di cosa aspettarmi dall'ambiente marino dell'area che saremmo andati a esplorare e da me in quanto subacquea "a digiuno" da un pezzo. La mattina dell'escursione, quando ho aperto gli occhi a Klong Muang ero un po' nervosa, ma non appena ho afferrato lo zaino e sono salita in moto per il breve tragitto fino all'ufficio di Sea Gypsy in centro ad Ao Nang, la preoccupazione è stata rimpiazzata dall'eccitazione per la giornata a venire. In ufficio ho controllato e provato l'attrezzatura, incontrato gli altri clienti e insieme siamo partiti in auto verso il porto di Tacola, costruito di recente poco fuori Ao Nang, dove ci aspettava la nostra barca. Port Tacola è poco disturbato dal cambio delle maree, o comunque lo è molto meno degli altri porti della zona, e abbiamo potuto imbarcarci dal molo principale, portando comodamente tutta l'attrezzatura dal parcheggio alla barca con appositi carrelli. Quando siamo arrivati alla banchina, era difficile non notare subito la bellissima barca che spiccava tra gli altri motoscafi e catamarani: la Ocean Manta brillava al sole, lucidata e in perfetto ordine, la prua rivolta verso il mare, impaziente di salpare per la sua prima missione ufficiale. La barca ha due zone molto ben distinte, una dedicata ai subacquei, a poppa, e una nella parte anteriore, riservata alla crociera, ai pasti e al relax. Il ponte esterno, a prua, è veramente molto confortevole e spazioso: può ospitare fino a 15 persone. Gli amanti del sole possono stare tranquilli: ci si può sdraiare ad arrostire tra un'immersione e l'altra, io di sicuro l'ho fatto! Salita a bordo ho conosciuto l'equipaggio, gli altri partecipanti alla gita e i proprietari della Ocean Manta, una coppia di subacquei Finlandesi. Il nome è appropriato: l'imbarcazione monta due enormi motori Mercury da 300 CC, e grazie alla forma di catamarano è molto stabile ed elegante, oltre a essere veloce. Dopo esserci sistemati ai tavoli nella zona lounge, ci siamo goduti la brezza del mattino e lo splendido paesaggio mentre lasciavamo Krabi. C'è voluta soltanto 1 ora e 10 per raggiungere il primo punto di immersione, Bida Nok! Incredibilmente veloce! Ho fatto appena in tempo a mangiare una fetta di brownie e preparare l'attrezzatura! Fuori dall'acqua Bida Nok appare come un picco carsico che schizza dritto fuori dal mare. Sott'acqua, tuttavia, è una distesa di giardini di corallo, cavità in cui i sub possono infilarsi e nuotare, e pareti verticali coperte di coralli molli. Squali pinna nera e squali leopardo si fanno vedere spesso attorno a Bida Nok, di frequente mentre nuotano nella laguna poco profonda, mentre tipici pesci di barriera come il pesce pagliaccio, il goby rosso, il pesce angelo, la murena honeycomb si possono ammirare tra i coralli. Non appena siamo arrivati a Bida, è apparso il primo squalo. Lo abbiamo visto dalla barca, ben prima di essere pronti per tuffarci in acqua. Che accoglienza! C'era soltanto un'altra imbarcazione sul posto, con alcuni snorkelisti già in acqua, ma quando ci siamo immersi lo squalo era ancora nello stesso posto. E non era solo. Ne abbiamo visti tre nuotare in cerchio in 5-6 metri di profondità, nella laguna, rilassati e per nulla infastiditi dalla presenza umana. E' stato eccitante per me utilizzare Go Pro per la prima volta durante un'immersione, ed ero talmente concentrata nel filmare tutto quello che vedevo da stupirmi della velocità con cui i 60 minuti dell'immersione sono volati. Era ora di tornare in barca. Nel mio primo video subacqueo ho filmato un paio di squali, una seppia, un paio di nudibranchi, un cucciolo di serpente a bande bianche e nere (krait) che sembrava giocare facendo acrobazie e capriole, un pesce ago fantasma, gruppi di enormi gorgonie, pesci pappagallo e tante altre varietà di coralli e pesci. Tartarughe, barracuda e razze a volte si riposano sul fondo sabbioso del lato sud dell'isola, ma non li abbiamo visti. Tornati a bordo abbiamo controllato l'attrezzatura e attaccato una nuova bombola per la seconda immersione. Il pranzo è stato servito ai tavoli nella zona anteriore coperta: un mix di riso profumato e cubetti di tempeh in semi di sesamo (o qualcosa di simile che non era carne ma ci assomigliava e aveva un ottimo sapore). Abbiamo bevuto acqua filtrata e bibite e per dessert c'erano brownie al cioccolato, ananas e cocomero. L'unica cosa che mi è mancata moltissimo, ma spero che lo troverò in futuro a bordo di Ocean Manta, è una tazza di caffè caldo. Niente di prezioso e pregiato, una miscela di caffè solubile sarebbe più che sufficiente anche per un'amante del caffè come me, in mezzo al mare. Tra un'immersione e l'altra, specialmente per chi come me si raffredda subito, una bevanda calda ed energetica sarebbe molto apprezzata. Dopo pranzo abbiamo avuto tempo per rilassarci e stenderci al sole mentre la barca si spostava da Bida Nok a Phi Phi Leh. Ci siamo affacciati all'entrata di Maya Bay per ammirare l'incredibile colpo d'occhio della spiaggia abbracciata dalle montagne e scattare qualche foto, poi abbiamo proseguito a nord lungo la costa occidentale dell'isola fino a raggiungere un sito chiamato Maya Nui, a poca distanza da un altro punto di immersioni che si chiama Mushroom. Abbiamo potuto scegliere quale dei due esplorare, optando per il primo, più favorevole visto che era prevista una lieve corrente verso la fine dell'immersione, e avremmo potuto sfruttarla al ritorno per farci spingere alla barca. Onestamente non mi aspettavo molto da Maya Nui, ma sbagliavo. La visibilità era inferiore a quella di Bida, tuttavia siamo riusciti a vedere ancora un paio di squali, e poco dopo una grande, amichevole e pigra tartaruga è apparsa al nostro fianco, decidendo di restare con noi per gran parte dell'immersione. Nuotava con eleganza, mantenendosi allo stesso nostro livello e velocità, salendo per respirare in superficie per poi scendere e continuare a nuotare con noi. Amo moltissimo vedere le tartarughe ed ero tutta presa dall'osservare la mia nuova amica quando, con la coda dell'occhio, ho visto un enorme polipo precipitarsi fuori da una cavità nelle rocce. Non so che cosa l'avesse spinto a lanciarsi fuori, ma è successo al momento giusto: il polipo era il più grande che avessi mai visto, e anche il più spavaldo. Di solito i polipi non restano a lungo a farsi ammirare da vicino, non amano mescolarsi ai sub per troppo tempo, ma questo era diverso. Ha iniziato a esibirsi, a fare piroette, a saltellare da una roccia all'altra, tanto che alla fine dell' immersione il mio amico Bruno, sub da 50 anni, ha detto: “Stavo per chiedergli di andarsene, che cosa gli era preso per fare tutta quella scena?”. Naturalmente scherzava, conquistato tanto quanto me da quel polipo spavaldo e curioso. Maya Nui è un'immersione poco profonda, ma regala una grande quantità di coralli, alcuni paesaggi drammatici creati da grandi rocce e occasioni macro interessanti: ci ho messo un po' per riuscire a vedere i minuscoli gamberetti quasi trasparenti che Gianluca mi indicava con la torcia. Poi, mentre salivamo per fare la sosta di sicurezza a fine immersione, un grande gruppo di pesci ci ha circondati ma non riuscivo a ricordare il significato del gesto che Gianluca faceva per indicarmi cosa fossero. Ci sono arrivata solo dopo, ma nel frattempo mi sono goduta lo spettacolo della danza sincronizzata del branco che sembrava una sorta di circo apparso per intrattenerci nei tre minuti di sosta forzata. Erano una scuola di baby barracuda! Tornati a bordo, altra frutta e un'altra fetta di brownie, poi è arrivato il momento di smontare e riporre l'attrezzatura e prepararci al rientro. Il viaggio di ritorno è stato veloce e comodo come all'andata: ci siamo radunati tutti sul ponte esterno per veder sfilare via le Phi Phi Islands e la giornata, e siamo entrati a Port Tacola mentre il cielo alle nostre spalle diventava scuro di nuvole e minaccioso. Baci, abbracci e ultime foto di gruppo, un piacevole giro in moto scappando davanti al temporale, e alle 4.30 del pomeriggio ero a casa a Klong Muang. Sorprendente se penso che avevamo lasciato il porto di Tacola alle 9 del mattino e avuto il tempo di andare a Bida e Phi Phi Leh, trascorrendo una giornata piena di avvenimenti e avvistamenti. Non vedo l'ora di ripetere l'esperienza, questo è certo! Se sei un sub, qual è il tuo posto preferito per fare immersioni nel mondo? Dimmi il tuo. nei commenti e ti dirò il mio.
Itinerario Koh Mook (Morakot Cave, Mook Sivalai Beach Resort), Koh Kradan (The Reef Resort, snorkelling) Koh Chuak (snorkelling) Koh Ngai (Thanya Beach Resort) A causa del meteo eccellente, le spiagge coperte di palme e il mare sempre caldo, la Thailandia è una delle destinazioni perfette per saltellare da un'isola all'altra durante tutto l'arco dell'anno. Le isole di Trang possono essere definite come il rifugio esotico ideale che molti immaginano quando pensano a una vacanza tropicale. Alcune delle isole al largo della costa della provincia di Trang sono tuttavia quasi sconosciute ai turisti stranieri; per nominarne alcune: Koh Libong, Koh Phetra, Koh Sukorn, Koh Bulon, Koh Lao Liang. Immagino che non le abbiate mai sentite nominare, anche se magari siete già stati in Thailandia, una o più volte. Altre isole compaiono invece sul radar dei viaggiatori, ma sono ancora oscurate dalla fama di Koh Lipe, Koh Lanta, Koh Samui, Koh Phi Phi, Koh Phangan e Koh Tao: in questo secondo gruppo rientrano Koh Kradan, Koh Ngai e Koh Muk, punteggiate dalle spiagge più incontaminate e romantiche della zona e in grado di offrire una vasta scelta di resort e sistemazioni a pochi passi dal mare. Le acque che bagnano queste isole sono una tavolozza trasparente di azzurri e turchesi. Un'escursione in giornata da Krabi Volendo trascorrere una giornata alle isole appena nominate al large della costa di Trang, i miei amici ed io siamo partiti da Krabi la mattina del sabato, guidando la nostra auto da Ao Nang al porto di Pak Meng, al confine tra le province di Krabi e Trang. Il percorso richiede circa 90 minuti, percorrendo strade in buone condizioni fiancheggiate da piantagioni di palme e montagne carsiche. Al porto di Pak Meng ci siamo imbarcati su una long tail boat (imbarcazione locale in legno) affittata per un giorno. Koh Muk Dopo circa 30 minuti di navigazione abbiamo raggiunto Ko Muk, la prima isola prevista dal nostro itinerario. Koh Muk (qualche volta scritto Mook) è conosciuta innanzitutto per la Morakot Cave (o Grotta di Smeraldo), per l'offerta di hotel di vario livello (più economici a Farang Beach, più costosi a Sivalai beach) e per gli spettacolari tramonti che i viaggiatori possono ammirare dalla costa occidentale. Koh Muk è molto conveniente come punto di partenza per le escursioni alla Morakot Cave, dove un tunnel all'interno di una grotta conduce a una spiaggia nascosta all'interno di quello che sembra un cratere vulcanico, o per escursioni alle isole vicine. Pianificate la visita alla grotta quando c'è la bassa marea ed evitate i weekend, quando grandi gruppi di turisti locali si accalcano all'ingresso, creando assembramenti, e la fila all'interno del tunnel può diventare fastidiosa e scoraggiante. E' quel che è capitato a noi nella nostra gita della domenica ma, nonostante la lunga fila di nuotatori inesperti che dovevano essere trainati nel tunnel dalle guide locali per mezzo di lunghe corde, creando molto rumore e ingorghi all'ingresso della grotta, la meraviglia che appare all'altra estremità della grotta ci ha travolti, lasciandoci stupefatti e felici. Dopo avere trascorso un pò di tempo alla spiaggia segreta di Morakot, abbiamo proseguito la navigazione lungo la costa ovest dell'isola, oltre Farang Beach e il nido preferito dai backpackers di mezzo mondo, il Charlie Beach Resort, fino a raggiungere il Mook Sivalai Resort. Il Koh Mook Sivalai Beach Resort occupa una penisola di spiaggia bianca circondata da fondali bassi, mare cristallino. e ombreggiata dalle palme. Tutti gli ampi bungalow di legno e muratura hanno vista parziale o totale sul mare e sono immersi nella vegetazione tropicale. Ci siamo fermati ad ammirare il Sivalai, che mi è piaciuto per il lusso sobrio e in armonia con la natura, poi abbiamo nuotato nel mare calmo e caldo, passeggiato sulla penisola, quindi siamo partiti per la destinazione successiva, a soli 15-minuti di barca. Koh Kradan Koh Kradan è probabilmente la più famosa del gruppo delle 4 isole, grazie alle sue abbaglianti e lunghe spiagge che sembrano di zucchero e alle acque trasparenti che sono ricche di pesci e coralli. Lo snorkelling è molto bello al largo della spiaggia principale (Kradan Beach) e con la bassa marea potete raggiungere i coralli camminando nella sabbia o salendo su una paddle board. Abbiamo deciso di fermarci proprio sulla spiaggia principale e pranzare al The Reef Resort, un piccolo boutique hotel con camere semplici ma curate e ben progettate , tutte di fronte al mare. E quando dico "fronte mare" sono precisa: la distanza che separa ognuna delle 18 camere dalla spiaggia soffice di Kradan è attorno ai 50 passi, e la vista sul mare è la più bella dell'isola. La proprietaria del resort è Italiana ma The Reef è molto popolare tra i Nord Europei; molti sono clienti che vanno sull'isola da anni. Se visitate il resort, passate anche dal bar della spiaggia dove potrete ingannate il tempo leggendo le tavolette di legno che clienti affezionati hanno dipinto o intagliato e che adesso decorano il tetto e il soffitto. Vi consiglio di mangiare al ristorante: sia la cucina Thai che quella Italiana sono deliziose, e lo scenario che avrete davanti è indimenticabile. Koh Chuak e Koh Ngai Dopo il pranzo e lo snorkelling sulla barriera corallina davanti al Reef Resort a Koh Kradan, abbiamo proseguito per l'ultima isola che avevamo in programma, Koh Ngai, fermandoci per fare ancora snorkelling a Koh Chuak, un isolotto carsico a forma di diamante che si trova a metà strada tra Koh Ngai e Koh Mook. Non ci sono alberghi e spiagge a Koh Chuak, ma l'isoletta è interessante per gli amanti dello snorkelling: il suo mare color acquamarina è ricco di pesci e coralli. La nostra ultima destinazione, Koh Ngai, è circondata da un mare cristallino, ha ampie spiagge di sabbia bianca e la barriera corallina (che però non è bella come quella di Koh Kradan e Koh Chuak). Tra le isole di Trang, Koh Ngai è quella con la giungla più incontaminata ed è l'habitat di varani, serpenti e una grande varietà di uccelli (tra cui 2000 buceri!) Gli hotel di Koh Ngai sono soprattutto di categoria media o alta. Il mio preferito è il Thanya Beach Resort con i suoi bungalow in teak in stile Balinese affacciati sulla spiaggia e su una grande piscina. La struttura è immersa in un giardino di alberi di frangipane in tutte le gradazioni di colore. L'atmosfera è esotica e romantica, per cui non mi stupisce che il Thanya a Koh Ngai sia una destinazione amata dalle coppie in viaggio di nozze . In alta stagione (tra Novembre e Aprile) i traghetti della compagnia Tigerline si fermano al largo di Koh Ngai nel loro viaggio tra le isole di Phuket e Koh Lipe, mentre le barche in legno locali si possono affittare a Pak Meng per spostarsi da un'isola all'altra. Ci sono anche motoscafi per partenze di gruppo a orari prestabiliti. Dopo un tour fotografico nel giardino incantato del Thanya Resort, dove oltre agli alti alberi di frangipane si trovano molte altre piante meno conosciute ma altrettanto belle, ci siamo rilassati passeggiando sulla spiaggia e nuotando un'ultima volta nell'oceano caldo davanti al resort. Un grande branco di pesci, come una scura nuvola temporalesca immersa nel mare, ci ha seguiti per un pò mentre l'orizzonte punteggiato di isole cominciava a cambiare colore, dal blu all'oro. Stava arrivando il tramonto, e per noi era ora di cominciare il viaggio di ritorno al porto di Pak Meng per battere l'arrivo del buio. Abbiamo raggiunto Krabi attorno alle 8 di sera, felici, rigenerati e ancora una volta affascinati dai paesaggi sensazionali del sud della Thailandia. Qualche informazione pratica Quando andare Koh Muk, Koh Kradan e Koh Ngai sono soggette allo stesso monsone del resto del sud-ovest della Thailandia. La stagione delle piogge comincia in Maggio e prosegue fino ad Ottobre; in questo periodo molti hotel sono chiusi e i trasporti tra le isole di Trang non sono garantiti. La stagione secca va da Novembre ad Aprile: in questo periodo il tempo è generalmente splendido, potete aspettarvi un cielo azzurro limpido, moltissimo sole e mare calmo. Per questo motivo, la stagione secca rappresenta anche l'alta stagione turistica: gli hotel sono spesso pieni e più costosi durante le vacanze di Natale e Capodanno e per il Capodanno Cinese che cade tra fine gennaio e metà febbraio. Come raggiungere le isole di Trang
Se provenite da Bangkok o dal nord del paese, il modo migliore è volare nella città di Trang, salire su un minivan privato o pubblico e raggiugnere il porto di Pak Meng, a 40 minuti di distanza. Se vi trovate già al sud, il modo migliore per raggiungere Trang è con la vostra auto o in bus: una ragnatela di corse connette tutte le principali città del sud. Motoscafi per trasferimenti di gruppo a Koh Mook e Koh Kradan partono da Pak Meng tutti i giorni, tuttavia a causa dell'attuale pandemia il servizio traghetti non è frequente come in passato. A meno che non siate disposti ad affittare una barca "long tail" dal porto, vi consiglio di informarvi in anticipo sulle partenze per le isole. Il costo di una long tail privata parte da 3000 THB per barca per un'escursione di un giorno che tocca Koh Kradan, Koh Muk, Koh Ngai e Koh Chuak. Se vi serve solo il trasferimento dal porto di Pak Meng a una delle isole, il modo migliore per organizzarlo è attraverso l'hotel in cui soggiornerete, lo staff vi consiglierà e/o prenoterà per voi una barca tenendo conto delle vostre esigenze. Saltellare di isola in isola In alta stagione, saltellare da un'isola all'altra è una passeggiata. Lo staff degli hotel può prenotare di volta in volta un trasferimento privato o di gruppo per consentirvi di esplorare le varie destinazioni della zona, incluse le isole più a sud come Koh Libong, Koh Lao Liang e Koh Sukorn che noi non abbiamo potuto visitare durante questa gita per mancanza di tempo. "La prima volta che ho sentito parlare della Spiaggia ero a Bangkok, sulla Khao San Road”
La spiaggia e il Film
Avete letto "The Beach" di Alex Garland? Se non lo avete letto, è possibile che abbiate visto il film, con un giovane Leonardo di Caprio. Bene, Maya Bay è La Spiaggia.
Alex Garland fu ispirato da Palawan, nelle Filippine, quando scrisse il suo romanzo su una località paradisiaca nascosta che per una serie di circostanze finisce per attirare l’attenzione del nevrotico viaggiatore americano Richard; tuttavia il film tratto dal romanzo è stato girato in Thailandia, in particolare a Phi Phi Leh, una piccola isola di montagne carsiche in provincia di Krabi, nel sud della Thailandia. Prima delle riprese, nel 1999, Ao Maya ("ao" significa "baia” in lingua Thai) era un’incredibile spiaggia di sabbia colore dello zucchero nella sonnolenta Phi Phi Leh, visitata solo da piccoli gruppi di viaggiatori che alloggiavano a Phi Phi Don, l’isola “sorella” poco lontano, e affittavano barche dai locali per fare gite giornaliere a Maya Bay. Nonostante si trovi a metà strada tra Phuket e Krabi, l’arcipelago delle Phi Phi era praticamente sconosciuto al turismo di massa fino a che il film non lo ha reso famoso. Ton Sai, un piccolo villaggio di case di legno e strade sterrate incastonato tra due splendide baie, era l’unico insediamento sull’isola di Phi Phi Don, mentre la più piccola isola di Phi Phi Leh era un santuario naturale dove gli unici abitanti erano varani, aquile e tante specie marine. Mi sono innamorata delle Phi Phi Islands nel 1993, molto prima che diventassero un set cinematografico Hollywoodiano e un’irresistibile attrazione per folle di turisti. Anno dopo anno, a gennaio o febbraio, trascorrevo pigre giornate di snorkelling e letture a Maya Bay con la famiglia e pochi altri fortunati viaggiatori: era così meravigliosa e tranquilla, talmente pazzesca che non riuscivo a togliermela dalla mente, e continuavo a tornare. Mi trovavo a Phi Phi Leh anche quando Di Caprio girava il film, e sono stata testimone di alcuni dei cambiamenti che la produzione del film ha apportato alla spiaggia: la rimozione della giungla per far posto alle palme, la costruzione di alcune strutture in legno che avrebbero fatto parte del set. Non erano bei cambiamenti, ma credo che nessuno all’epoca abbia realizzato davvero l’impatto devastante che "The Beach" avrebbe avuto su Maya Bay. Quando ho lasciato Shanghai per trasferirmi a Krabi, nel 2019, la spiaggia era già stata chiusa da un anno e per buone ragioni: dopo circa 20 anni di turismo di massa, non aveva più nulla dell’atmosfera paradisiaca che ricordavo dagli anni Novanta. Pur essendo parte del parco marino di Hat Noppharat Thara- Mu Ko Phi Phi la spiaggia era oggettivamente un incubo: un numero enorme di motoscafi e long tail facevano avanti e indietro per scaricare migliaia di visitatori ogni ora, ogni giorno. L’80% dei coralli erano stati danneggiati o erano morti per colpa dell’inquinamento da gasolio e creme solari, o perché calpestati da centinaia di piedi. Il rumore e l’inquinamento avevano ucciso o fatto scappare la fauna locale. Nel 2018, gli ufficiali del parco marino finalmente presero la decisione di chiudere la baia, per mettere fine alla carneficina: una squadra di biologi marini e ranger cominciò a lavorare per salvare quello che rimaneva dei pesci e dei coralli e per piantare circa 10,000 nuovi coralli.
Nuove regole per una riapertura che sia eco-sostenibile
Quasi 4 anni dopo, il 1 gennaio 2022, con una decisione inaspettata, il dipartimento di sviluppo del Parco Nazionale ha ufficialmente riaperto Maya Bay, rassicurando i dubbiosi sul fatto che una serie di nuove regole sarebbero state imposte e la polizia sarebbe intervenuta per proteggere l’eco-sistema parzialmente guarito della baia. Le nuove regole includono l’accesso alla spiaggia a un massimo di 300 persone all’ora; il divieto alle barche e ai traghetti di entrare nella baia, e il divieto di nuotare davanti alla spiaggia. Il 3 gennaio sono stata invitata a partecipare a una gita alle Phi Phi Islands con un tour operator di Krabi. Le escursioni di gruppo e i motoscafi affollati non sono il mio modo prediletto di viaggiare, preferisco barche più lente e confortevoli o long tail private, ma ero curiosa di vedere come si sarebbe svolta l’escursione e soprattutto la visita a Maya Bay, e quindi ho accettato. La partenza e la prima parte dell’itinerario si sono svolte come già sapevo: check in al porto di Nopparat Thara, vicino ad Ao Nang, verso le 8 del mattino, una breve sosta nella penisola di Railay per imbarcare altri passeggeri, poi dritti fino all’isola di Bamboo, che appartiene all’arcipelago delle Phi Phi Islands, dove ci siamo fermati per fare snorkelling e passare del tempo in spiaggia. Il paesaggio a Bamboo è incredibile: una lingua di soffice sabbia bianca corre attorno a quasi tutta la circonferenza dell’isola, il mare cristallino è ideale per lo snorkelling o per rimanere sospesi a mollo nella corrente, e spesso soffia una brezza leggera o moderata che è una benedizione contro il caldo afoso. In passato, Bamboo era una torta quasi del tutto divorata da visitatori troppo golosi, ma il calo drastico del numero dei turisti stranieri a causa della pandemia ha regalato all’isola tempo prezioso per rigenerarsi. Dopo aver trascorso circa 90 minuti a Bamboo, il motoscafo da 35 posti ha fatto rotta verso Phi Phi Leh, poiché la nostra “finestra” di tempo per entrare a Maya Bay era tra le 11 e mezzogiorno (esatto, adesso gli accessi sono regolati e le barche non possono presentarsi a Maya Bay in orari che non siano quelli che sono stati loro assegnati). Da quando la baia ha riaperto, l’unico punto di accesso alla spiaggia è dal retro dell’isola: un nuovo pontile galleggiante è stato costruito a Loh Sama Bay, che prima era un delizioso angolo di Phi Phi Leh per nuotare tra i coralli. Appena siamo arrivati nella baia di Loh Sama sono rimasta di sasso: la situazione sulla passerella per scendere sull’isola era una caotica follia, la baia un parcheggio dove le long tail e i motoscafi scaricavano e caricavano i turisti in uno gioco di incastri spasmodico e rumoroso. Gruppi di persone facevano la fila nella stretta passerella che porta a Maya Bay, scontrandosi con gruppi di persone che procedendo in senso inverso cercavano di imbarcarsi per lasciare l’isola. Ho provato una grande rabbia e tristezza, e non sono stata l’unica: gli altri passeggeri apparivano preoccupati e infelici, e il mio collega Pluto ha riassunto perfettamente la situazione, dicendo: “ Sembra piazza Tien An Men nell’ora di punta”. Il nostro amico G, che non era mai stato a Phi Phi Leh, avrebbe voluto rifiutarsi di scendere dalla barca. Come poteva tutto questo portare benefici all’ambiente o anche ai visitatori che venivano in cerca del tanto sognato paradiso tropicale? Ho pensato: perdiamo tutti, questo è tutto meno che turismo sostenibile. Infine la nostra barca si è avvicinata al pontile (una piattaforma galleggiante collegata a una passerella in cemento) e siamo sbarcati. Camminando in fila indiana, abbiamo percorso il sentiero che attraversa l’isola di Phi Phi Leh fino al lato opposto, dove si trova Maya Bay. E’ una passeggiata di 5 minuti attraverso le abitazioni dei ranger del parco, i bagni pubblici e alcune aree fumatori.
Maya Bay oggi
Il primo sguardo alla spiaggia mi ha tolto il respiro. Le incredibili sfumature di blu e turchese dell’acqua mescolate al verde dei picchi carsici tutto intorno, al blu intenso del cielo Thailandese in una giornata di sole e al bianco quasi zucchero della spiaggia è uno scenario talmente stereotipato da sembrare un’allucinazione. Non per la prima volta, vedendo lo scenario mozzafiato della baia mi sono chiesta se fosse vero. Non esiste al mondo niente di più bello, ho pensato. Ma poi la realtà si è infilata nel sogno e sono tornata consapevole della presenza delle altre 200 persone attorno a me: i fotografi, i gorgheggiatori entusiasti di “ohhh” e “ahh” pieni di meraviglia, i camminatori in trance, quelli stesi a prendere il sole, quelli che mettevano i piedi in acqua. Per proteggere l’eco sistema marino di Maya Bay, è adesso vietato entrare in mare dalla spiaggia, e anche se la decisione ha sicuramente senso per dare una possibilità alla baia di continuare a guarire, è difficile resistere alla tentazione di tuffarsi anche solo per un attimo. E quindi, era solo questione di secondi prima che il primo visitatore si spingesse a passeggiare un pò troppo oltre nell’acqua e qualcun altro si mettesse addirittura a nuotare, con l’inevitabile intervento dei ranger in servizio, che hanno cominciato a fischiare con fischietti d’ordinanza. Niente di più lontano dalla mia idea di un rifugio tropicale, sembrava più un campo estivo per bambini.
No, grazie
In conclusione: vedere Maya Bay mi dà ancora la pelle d’oca, e resto convinta che sia una delle spiagge più spettacolari del mondo, ma gli aspetti negativi della riapertura al turismo superano decisamente i benefici. E’ vero che i visitatori non possono danneggiare coralli e pesci, visto che non è possibile nuotare, resta il fatto che ancora producono e a volte abbandonano spazzatura, camminano ancora nell’acqua indossando crema solare, per non parlare di quello che sta accadendo a Loh Sama Bay. 300 persone all’ora (375, per essere precisi) per 6-7 ore al giorno, tutti i giorni, è più di quanto Phi Phi Leh possa sopportare, e se al momento la situazione può sembrare in qualche modo gestibile, con il numero di turisti stranieri limitato per via della pandemia, credo che non sarà assolutamente gestibile quando il turismo di massa ricomincerà. Spero davvero di sbagliarmi, e mi piacerebbe sentire l’opinione degli ecologi che negli ultimi 4 anni hanno lavorato molto per riparare i danni all’ambiente , ma per adesso la mia reazione alla riapertura di Maya Bay è un doloroso e preoccupato “No, grazie”.
Avete mai visitato la spiaggia di Maya Bay?
Pensate che Maya Bay debba restare aperta ai turisti? Sapete già che vivo a Krabi, e potreste chiedervi dove si trova esattamente e perché qualcuno dovrebbe scegliere di abitare in una località semi-sconosciuta (questo se non siete mai stati in Thailandia). Krabi è una provincia spettacolare nel sud ovest della Thailandia, affacciata su quella parte di oceano Indiano che qui chiamano Mar delle Andamane. Anche se Krabi non viene pubblicizzata come altre destinazioni famose del Paese, come Koh Samui, Phuket e Chiang Mai, migliaia di visitatori vengono a scoprirla durante tutto l'anno, ma soprattutto nella stagione secca, tra Novembre e Aprile. Perché? Perché Krabi ospita alcune delle spiagge e delle isole più famose della Thailandia e molte altre attrazioni naturali tra cui montagne carsiche in stile Avatar e picchi appuntiti che spuntano dal mare smeraldo, ma anche foreste di mangrovie, cascate e fonti termali. La prima volta che viaggiai in Thailandia a inizio anni Novanta, non visitai Krabi ma, come la maggior part dei turisti Europei, mi limitai a Bangkok e Phuket, con una escursione di un giorno alle Phi Phi Islands. La mia famiglia ed io ci innamorammo all'istante delle isole Phi Phi, e quando la guida ci disse che appartenevano alla provincia di Krabi, decidemmo che saremmo andati a visitarla, in un viaggio futuro in Thailandia. E così facemmo. A essere sincera, credo che Krabi dovrebbe essere in cima alla lista dei posti da vedere in Thailandia perché i suoi paesaggi sono unici e la provincia riserva tantissime sorprese. Dopo aver viaggiato a Krabi per diversi anni, sia da sola che in vacanza con famiglia e amici, due anni fa ho deciso di trasferirmi qui definitivamente. Da allora, ho esplorato la provincia più che mai, visitando le attrazioni turistiche più famose ma anche località molto meno conosciute. Se state pensando a un viaggio in Thailandia, qui troverete consigli su cosa vedere e fare a Krabi. Ao Nang Ao Nang è il principale centro turistico della provincia di Krabi. E' un paese sonnolento a circa 20 minuti di auto da Krabi Town, dove troverete un'ampia scelta di hotel e sistemazioni per dormire, ristoranti, negozi e la spiaggia più frequentata di tutta Krabi, Ao Nang beach. Il paese non è per niente alla moda, piace ai visitatori che cercano un'atmosfera informale senza rinunciare a tutti i servizi per una vacanza senza pensieri, da Starbucks e McDonald’s ai semplici caffé e ristoranti locali dove si possono mangiare un Pad Thai o un Mango and Sticky rice per meno di 100 bath. La sera Ao Nang è vivacizzata da spettacoli di cabaret, musica dal vivo ed esibizioni, e in un paio di soi (vicoli) i locali e i turisti possono giocare a biliardo e fremette o bere una birra con le ragazze dei bar. Il Boogie Bar e il Booze sono due dei locali più popolari, mentre lo Slumber Party è un bar e ostello preferito dai viaggiatori giovani e dai backpackers. Ristoranti Italiani più raffinati come Umberto o Azzurra rendono felici gli amanti della pasta, mentre Kodam Kitchen o Ton Ma Yom preparano la migliore cucina Thai locale. I ristoranti Indiani sono dappertutto, e anche i ristoranti Cinesi e Giapponesi raddoppiano col passare degli anni, per cui c'è un po' di tutto per tutti i gusti in questa piccola località di mare. Durante il giorno, le attività preferite dai visitatori sono arrostirsi al sole e visitare le isole vicine: in barca ci vogliono solo 20 minuti per andare da Ao Nang Beach alle isole di Poda e Chicken, e le tipiche barche dalla coda lunga attendono i passeggeri proprio davanti alla spiaggia. Escursioni per fare snorkelling e immersioni si possono prenotare presso le agenzie e i negozi di subacquea nel centro di Ao Nang. Lo stesso vale per gite in kayak o tour della giungla. La penisola di Railay Ao Nang beach non è l'unica spiaggia graziosa lungo la costa vicino al villaggio di Ao Nang: Railay, Ton Sai e Phra Nang sono decisamente più belle di Ao Nang. Tuttavia, non esistono strade per raggiungere queste tre destinazioni e l'unico modo è andare in barca. La più vicina ad Ao Nang è Ton Sai, poi c'è Railay, e infine Phra Nang. Queste tre sorelle sono le zone più famose per fare arrampicata su roccia a Krabi, e infatti ospitano diverse scuole di arrampicata che sono operative tutto l'anno. Se non avete mai arrampicato dovreste considerare di prendere qualche lezione, e sono disponibili una varietà di corsi di mezza giornata, un giorno intero o più giorni. Anche i bambini possono imparare le tecniche di base, e ci sono pareti per ogni livello, dai principianti agli esperti. Un'opzione molto particolare è il Deep Water Solo: dopo esservi arrampicati in parete, lasciatevi andare e godetevi un tuffo nelle acque smeraldo sottostanti. I picchi carsici di Krabi sono splendidi visti a distanza, figuratevi la meraviglia quando li osservate da vicino! Una volta arrivati a Railay, anche se l'arrampicata su roccia non fa per voi, avrete tanto altro da vedere e provare: sentieri panoramici e nella giungla, aree per nuotare e fare snorkelling, escursioni in kayak, e non mancano i bar e ristoranti dove rilassarvi dalla mattina fino a tarda notte. Per evitare la folla, andate presto la mattina oppure nel tardo pomeriggio, oppure prenotate un ostello o un albergo a Railay e fermatevi per la notte. Phra Nang beach si trova nel sud della penisola di Railay, e la potete raggiungere attraverso un facile e bellissimo sentiero che parte da Railay Est. Il mare è turchese e poco profondo, la sabbia bianca e soffice, e le montagne garantiscono un po' d'ombra anche durante il giorno: è un paradiso anche per i bambini. Un'attrazione da non perdere è la Grotta della Principessa dove i locali pregano la dea della fertilità portando in offerta fiori, regali e…. oggetti fallici in legno e altri materiali che rendono il luogo molto pittoresco. I tramonti lasciano senza fiato a Railay Ovest e Phra Nang beach, e potrete godervi lo spettacolo con una birra gelata e uno snack Thailandese. E' la Thailandia al suo meglio! Krabi Town & il Mercato Notturno A 20 minuti di auto da Ao Nang si trova Krabi Town, il capoluogo della provincia. E' una piccola città rilassata che offre esperienze culturali e incontri ravvicinati con gli abitanti Thailandesi. Gli amanti dell'arte possono visitare il Krabi Contemporary Art Museum per vedere mostre di artisti locali e stranieri. A Krabi Town trovate molti ristoranti, negozi e caffetterie, e una passeggiata lungo il fiume regala il panorama delle Khao Khanab Nam, due montagne carsiche che sono il simbolo di Krabi. Prendendo parte a una breve crociera nei pressi delle Khao Khanab Nam, potrete visitare alcune grotte con reperti preistorici, la foresta di mangrovie e la comunità di pescatori Musulmani che vivono sull'isola di Koh Klang, sul lato opposto del fiume , in di fronte a Krabi Town. Krabi Night Market I mercati notturni non mancano mai in Thailandia, sia nei piccoli paesi che nelle grandi città, e Krabi non fa differenza. I Thailandesi amano comprare cibo e merci al mercato, e amano ancora di più fare compere la sera, quando il caldo della giornata lascia posto a una brezza gentile e una temperatura più fresca. I mercati notturni sono sempre affollati e animati, colorati ed economici. Se volete acquistare il cibo di strada Thailandese e dei souvenirs a Krabi Town, il Krabi Night Market è un must. Il mercato notturno, che viene chiamato anche Walking Street, è aperto tutti i weekend dalle 6 alle 10 di sera. Si trova alle spalle del centro commerciale Vogue, dove sono in vendita capi di stilisti e marchi internazionali, (ma non aspettatevi il lusso dell' Icon Siam di Bangkok, o resterete delusi: il Vogue di Krabi è un semplice centro commerciale). La varietà di merce che trovate al Night Market è ampia: soprammobili e abbigliamento prodotti da artigiani locali ma anche borse di pelle, cibo di strada, attrezzi per il giardinaggio. I visitatori amano venire al mercato anche per ascoltare musica dal vivo e assistere a esibizioni sempre diverse. Il momento migliore per visitare il mercato è all'ora del tramonto: potrete assaggiare qualche leccornia locale, chiacchierare con i venditori, godervi gli spettacoli dal vivo, e concludere la serata con una birra in uno dei bar del centro. La Emerald Pool & le sorgenti termali di Klong Thom Da Krabi Town potete visitare la Emerald Pool (Piscina di Smeraldo) e le sorgenti termali di Klong Thom. La Emerald Pool consiste in una serie di piscine naturali di acqua dolce situate nella giungla. Solo la piscina più grande, il cui nome è un indizio del colore turchese meraviglioso dell'acqua, è adatta per fare il bagno, mentre la Piscina Blu, poche centinaia di metri più in alto, è splendida come scenario per scattare fotografie, ma non è balneabile. Le sorgenti di Klong Thom sono acque termali calde la cui temperatura varia dai 35 ai 42 gradi Celsius. Per rinfrescarsi quando diventa troppo caldo, ci si può tuffare nel fiume che scorre sotto alle sorgenti termali. Alcuni abitanti del luogo credono che le acque di queste terme contengano minerali in grado di curare alcune malattie, e anche se non è mai stato dimostrato, Klong Thom è un posto perfetto per rilassarsi e immergersi in uno scenario naturale molto piacevole. Evitate di andare a Klong Thom nei weekends e durante le vacanze ufficiali, perché il luogo è estremamente popolare tra i locali e incontrereste moltissime persone. Alla scoperta dei templi: Wat Tham Seua e Wat Kaew Korawaram Oltre che per la vita da spiaggia, la Thailandia è famosa per le migliaia di templi sparsi in tutta la nazione. Non lontano da Krabi Town, il Wat Tham Sua (il Tempio della Grotta della Tigre) è il più amato dai visitatori, e per una buona ragione: è composto da diversi edifici costruiti dentro e attorno a una grotta in una montagna appuntita. Il suo nome deriva dalla leggenda di una tigre che viveva in zona quando i primi monaci buddhisti arrivarono per fondare un tempio. La parte più spettacolare del complesso è sicuramente quella in cima alla montagna, ma raggiungere la vetta richiede buone gambe e polmoni, e un po' di coraggio, perché si salgono 1260 scalini di una scalinata molto ripida prima di arrivare in cima. Da lassù si gode di una impressionante vista panoramica a 360 gradi sulla provincia di Krabi Province: nelle giornate di cielo terso, vedrete fino all'isola di Lanta. Il Tempio della Grotta della Tigre è una delle attrazioni più popolari nella provincia, quindi programmate di visitarlo di mattina presto (e con "presto" intendo l'alba) o nel tardo pomeriggio per evitare i gruppi turistici. Non dimenticate di coprire spalle e gambe, visto che è un sito religioso, e fate attenzione alle scimmie che sono ladri abilissimi di cellulari, cappelli e cibo! Wat Kaew Korawaram In centro a Krabi Town, c'è un altro tempio Buddhista che vi consiglio di visitare, il Wat Kaew Korawaram, chiamato anche “Tempio Bianco” per via del colore delle pareti esterne. L'ampia scalinata Bianca che porta al tempio non passa inosservata se camminate o guidate in centro a Krabi: dovrete percorrerla in salita per raggiungere l'edificio principale del tempio che si trova su una collina, ma non preoccupatevi, non è niente di difficile in confronto alla lunga scala del Tempio della Grotta della Tigre! Una volta dentro, osservate le pitture sui muri che raccontano episodi importanti della vita del Buddha. Anche se è un tempio importante a Krabi, e ospita anche un monastero, il Wat Kaew non è popolaresca i visitatori stranieri tanto quanto il Wat Tham Suea, e dovreste riuscire a esplorarlo senza incontrare grandi folle. A tutta natura: Ao Thalane e le isole Il villaggio di pescatori di Ao Thalane non è turistico come altri luoghi attorno a Krabi Town, ed è perfetto per una gita di un giorno. Raggiunto Ao Thalane, noleggiate un kayak per esplorare la foresta di mangrovie e i canyon e per ammirare la rigogliosa giungla e le creature che la abitano. I locali sono determinati a proteggere l'ambiente naturale di Ao Thalane e sanno tutto dell'eco-sistema delle mangrovie, quindi avrete la possibilità di imparare molto durante l'escursione in kayak. Nei dintorni di Ao Thalane si trovano alcune ville e resort sulla spiaggia ma, se non volete fermarvi a dormire, questa escursione può essere organizzata senza problemi in giornata da Krabi Town e Ao Nang. Visitare le isole Al large della costa di Krabi ci sono 52 isole e una gran varietà di tour per visitarle, molti dei quali partono da Krabi Town o Ao Nang. Le isole più vicine si prestano per escursioni in long tail boat (le barche di legno locali) di mezza giornata, mentre altre isole richiedono tour di una intera giornata in motoscafo, o un pacchetto di più giorni. Una delle isole più grandi e belle dove dovreste passare almeno una notte è Koh Lanta Yai, un paradiso per gli amanti della spiaggia, dello snorkelling e delle immersioni subacquee. E' un luogo idilliaco e tranquillo che merita una settimana, ideale per le famiglie con bambini piccoli, per chi pratica yoga, per i nomadi digitai e per tutti coloro che non rimpiangono la vita notturna. Vedrete tramonti sensazionali dalle spiagge sulla costa occidentale di Koh Lanta. Inoltre, a Lanta è facile orientarsi e spostarsi: quasi tutte le strade sono asfaltate e i motorini economici, e non mancano i samlor, la versione "campagnola" dei tuk tuk (in pratica sidecar in versione Thai). Per una gita in giornata da Ao Nang e Krabi, una delle isole più scenografiche è Koh Hong, che ha una lunga spiaggia bianca, una laguna segreta e, da pochi mesi, un fenomenale punto panoramico che si raggiunge in circa 20 minuti, salendo per una scalinata abbastanza comoda. Molti tour privati e di gruppo prevedono un pranzo a picnic sulla spiaggia, tuttavia c'è anche un semplice ristorante dove si possono comprare un piatto di riso fritto, patatine, frutta e gelati. Dormire a Koh Hong è proibito, l'isola chiude alle 5 del pomeriggio. Il tour in barca per andare a Koh Hong include di solito altre due soste: all'isola di Lao Ladin (Paradise Island) e all'isola di Pakbia. Il tour alle 4 isole è un'altra escursione giornaliera che si può organizzare partendo da Ao Nang, Krabi Town e zone limitrofe. Salite a bordo di una long tail o di un motoscafo e trascorrete una giornata a cuocervi al sole, nuotare, guardare i pesci o andare in kayak nel Mare delle Andamane. Le isole di Poda, Chicken, Tup e Mor (le 4 isole, appunto) sono molto vicine una all'altra: con la bassa marea potete anche camminare sulla striscia di sabbia che unisce la piccola Tup alla piccola Mor, sentendovi come Mosè. L'isola di Poda è quella con la spiaggia più lunga e più bianca, è di solito molto affollata ma se camminate nella punta più estrema della spiaggia dovreste trovare un angolo tranquillo. Occorrono solo 20 minuti di barca da Ao Nang a Poda e Chicken, entrambe meravigliose. Scalare i picchi più alti
La provincia di Krabi ospita diversi Parchi Nazionali, uno dei quali è il Khao Phanom Bencha Park che prende il proprio nome dal Khao Phanom Bencha, la montagna più alta della provincia. Se siete in salute e in forma, potete scalarla, ma dovreste assumere una guida e organizzarvi per passare la notte in vetta, visto che ci vogliono circa 7 ore per arrivare in cima, e il sole scende presto in Thailandia. Un altro bel sentiero (non è una passeggiata, però) è il Dragon Crest (Khao Ngon Nak) che parte poco oltre la spiaggia di Tubkaak, a 15 minuti in auto da Ao Nang, e richiede circa 2 ore di camminata per raggiungere la vetta, e poco meno per scendere. Iniziate il trekking molto presto la mattina se volete camminare con calma e avere tempo per godervi la vetta, da dove si può ammirare uno dei panorami più epici di tutta la Thailandia, perché il Parco Nazionale chiude alle 3 del pomeriggio: dopo quest'ora non vi faranno salire. Le mie attività preferite da residente? Da quando vivo a Krabi tutto l'anno, non visito spesso le isole più turistiche, dove sono già stata moltissime volte in passato. Le mie attività preferite nel tempo libero sono mangiare un brunch in qualche caffè panoramico o sulla spiaggia, trascorrere una giornata alla spa, prendere una barca pubblica per Railay o fare lunghe passeggiate sulle spiagge di Klong Muang o Tubkaak. Uno dei passatempi che non mi stancano mai è guardare i tramonti spettacolari che capitano così spesso a Krabi. Se avete in programma di visitare questa parte di Thailandia, scrivetemi e potrei spifferare qualcuno dei miei posti segreti preferiti, e farvi conoscere tutte le bellezze naturali che Krabi ha da offrire. Lasciate un commento o un Mi Piace e condividete il post se vi è piaciuto! Ciao, come state oggi? Il tempo è nuvolo e piovoso qui a Krabi, e non c'è molto da fare oltre a cucinare, leggere e guardare troppo Netflix. In questo periodo sto guardando una serie che si chiama Il Serpente, la vera storia di un ladro e assassino Franco-Vietnamita senza pietà che colpiva i viaggiatori nei luoghi dell' "Hippy trail" (la strada degli Hippy) negli anni Settanta. I paesi mostrati sono tutti splendidi, e in particolare amo il modo in cui viene ritratta la Bangkok di quei giorni. Ma aprire il capitolo serie di Netflix è come aprire il vaso di Pandora, e non sono ancora pronta a farlo: quindi oggi mi limito a scrivere una lista di 5 dei film asiatici che preferisco, e con questo intendo film ambientati in un paese asiatico. Sono appassionata di cinema da sempre, ma in particolare da dopo aver frequentato un corso di Storia e Critica del Cinema all'Università, dove mi innamorai della Nouvelle Vague e del Surrealismo di Luis Bunuel. Vivere all'estero senza la possibilità di andare a vedere film in sala (qui a Krabi non vengono trasmessi film in Inglese, nemmeno con i sottotitoli, tranne per gli occasionali Avengers o saghe di super eroi (un genere che disprezzo con tutta me stessa), significa affidarsi a Netflix. Vorrei potermi registrare su tutte le piattaforme di streaming del pianeta, ma non sono abbastanza ricca. Quindi mi accontento di Netflix e un paio di siti internet il cui lato negativo è che mi tocca chiudere un centinaio di pagine pop-up e pubblicità porno ogni volta che tento di guardare qualcosa. E' un affare sporco, tenersi al passo con i film. La lista dei film che amo e che non mi stanco mai di guardare è lunga, ma oggi vorrei discutere di 5 fantastici film ambientati in Asia; film che potrebbero ispirarvi a viaggiare e scoprire nuovi paesi o itinerari, ma che raccontano anche storie interessanti e culture e stili di vita di quei luoghi con tratti a volte poetici, a volte originali. 1. The Darjeeling Limited (Wes Anderson, 2007) Tre fratelli che quasi non si conoscono (e poco si sopportano) viaggiano in treno attraverso il Rajasthan nella speranza di trovare se stessi e riconnettere il legame perduto. Questo film è uno dei più divertenti e originali che ho visto da tanto tempo. Mi piace tutto: i luoghi scelti, la trama, gli attori. Grazie Wes Anderson per questa gemma! Se volete visitare i vari set, la maggior parte del film è stato girato nelle città di Jodhpur e Udaipur, in Rajasthan, che io ho avuto la fortuna di visitare nel 2015. Abbiamo viaggiato in auto e in treno, esplorando New Delhi, Jaipur, Jodhpur, Agra e una delle città più folli del pianeta, Varanasi. Siamo sopravvissuti al cibo di strada di cui ci siamo abbuffati per tutto il viaggio, e al coprifuoco dopo che erano scoppiati scontri etnici e religiosi tra Indù e Musulmani a Varanasi; ci siamo persi per ore nei mercati, facendoci largo a spintoni tra scimmie e mucche, e il viaggio è stato indimenticabile. Credo anche che la nostra amicizia sia cresciuta grazie a queste avventure lungo la strada. 2. Parasite (Bong Joon-ho, 2019) Una commedia nera / thriller sulla famiglia Kim, un gruppetto di perdenti che vive in un semi-interrato buio e infestato dagli scarafaggi a Seoul, Sud Corea. Quando il figlio inizia a lavorare come tutor per una famiglia ricca (i Park), gli altri trovano un modo per infiltrarsi nella casa dei suoi nuovi datori di lavoro, colonizzandola come parassiti. Il film è tanto claustrofobico quanto divertente, e ho finito per simpatizzare con questa famiglia disfunzionale. Non vedrete quasi nulla della splendida città di Seoul, poiché la storia comincia nella casa sotto il livello stradale dei Kim, prosegue in quella dei Park, che è lussuosa e spaziosa, circondata da alberi e molto isolata dal mondo esterno, infine in un ulteriore scantinato, molto più sotto terra rispetto a quello dei Kim, tuttavia troverete la Corea nei dettagli, nell'estetica degli spazi e nei dialoghi. Questo film parla del comportamento umano e della discriminazione sociale, ma qualunque traccia di realismo sociale svanisce durante lo sviluppo della storia, e presto la trama si trasforma quasi in quella di un film horror, con scheletri nell'armadio e segreti sepolti. E ti trovi a chiederti chi sono i veri parassiti. I Kim? I Park? Quelli che vivono nello scantinato? O tutti noi, l'intera società che si nutre di se stessa? 3. The Beach ( (La spiaggia, Danny Boyle, 2000) Questo film drammatico racconta la storia di Di Caprio - Richard, un perdente Americano che viaggia in Thailandia in cerca di avventura e di una fetta di paradiso tropicale. Mostra uno dei luoghi più belli di tutta la Thailandia, Maya Bay, a Phi Phi Ley, provincia di Krabi (qui potete vedere il mio video più recente delle Phi Phi Islands, girato a Gennaio 2021). Sì, lo so, il film non è un capolavoro, è sopravvalutato e ha probabilmente contribuito alla fine di Maya Bay e delle isole Phi Phi come erano prima di essere colonizzate dal turismo di massa. (Ed erano il paradiso in terra, ve lo posso garantire). Tuttavia, per cominciare, ho amato molto il libro per backpackers, “The Beach” di Alex Garland, che ha ispirato il film; secondo, racconta un sentimento, una visione, un sogno che molti di noi viaggiatori abbiamo avuto almeno una volta in qualche luogo del pianeta: il desiderio del posto perfetto, l'isola nascosta, il mondo idilliaco in cui poter vivere in armonia con persone come noi, tenendolo nascosto al resto del mondo. Terzo, i paesaggi del film sono semplicemente troppo belli, e mi scatenano molti ricordi visto che mi trovavo a Maya Bay in vacanza con la famiglia proprio poco prima che iniziassero le riprese; in un certo senso posso dire di aver scoperto il paradiso tropicale di Richard ben prima di lui, e di aver camminato nella sua capanna. 4. Chungking Express (conosciuto anche come Hong Kong Express, Wong Kar Wai, 1994). Venero questo film, i luoghi ritratti, gli attori, la musica. Wong Kar Wai è un genio e uno dei registi che ammiro di più, ed è questa storia romantica e criminale che me lo ha fatto conoscere. Faye Wong, una cantante Cantonese diventata attrice, è deliziosa e carismatica e mi ricorda una Audrey Hepburn cinese. E Tony Leung Kong è... semplicemente Tony Leung al suo meglio. Il film racconta le storie delle relazioni sentimentali al capolinea di due poliziotti di Hong Kong, ma investiga anche il ruolo dello spazio nel definire le relazioni sociali. All'estero, il titolo è stato cambiato in "Hong Kong Express" per ragioni di marketing, ma il titolo originale si riferisce alla Chungking Mansions, un mostruoso agglomerato di appartamenti e negozi a Tsim Tsa Tsui dove Wong Kar Wai è cresciuto negli anni Sessanta. Una volta ho dormito in una polverosa guesthouse all'interno di questo gigantesco complesso, che deve essere uno dei più grandi al mondo, scuro e labirintico, un po' spaventoso ma intrigante. "Express" si riferisce allo stand gastronomico Midnight Express nel quartiere di Central, a Hong Kong. La cover di "Dreams" dei The Cranberries cantata in Cantonese da Faye Wong's è una delle canzoni che ascolto più spesso quando ho bisogno di calma e tempo per riflettere. 5. Lost in Translation ( Sofia Coppola, 2003) Tokyo è una delle città che preferisco nel mondo, uno spazio alieno, la quintessenza della terra straniera che esplori con bocca e occhi spalancati, meravigliandoti a ogni angolo. Io, che sono notoriamente meteoropatica, trovo che Tokyo sia una delle poche città che sono ugualmente splendide nelle giornate di sole come in quelle di nebbia e temporali, in estate come in inverno (e naturalmente nella stagione dei sakura, i ciliegi in fiore, e in autunno quando i rossi e gli arancio la accendono a festa). Il film si svolge nei quartieri caotici e affollati di Shibuya e Shinjuku, e l'hotel a 5 stelle Park Hyatt Tokyo ha un ruolo centrale. Questa pellicola parla di amore platonico, della connessione tra due stranieri (Bob e Charlotte) in una fase di confusione delle rispettive vite. Se avete mai viaggiato da soli in un paese straniero e avete sperimentato questo tipo di rapporto e di inaspettata, istantanea amicizia con un altro viaggiatore solitario per un breve periodo di tempo, capirete e vi riconoscerete in questo film. A me è successo alle Fiji con un ragazzo Australiano e ogni volta che rivedo il film, ritrovo noi due in quella fase iniziale della nostra relazione. Un altro motivo per cui adoro Lost in Translation è per il modo in cui mostra la città di Tokyo, quasi fosse un terzo attore protagonista sulla scena. Gli spettacolari panorami notturni dal New York Bar del Park Hyatt sono indimenticabili. Salite lassù e guardate con i vostri occhi, se viaggerete a Tokyo. Se non avete ancora guardato questi film, se state sognando un viaggio in Asia dopo essere stati confinati a casa per più di un anno, queste storie vi faranno trascorrere un paio di ore piacevoli.
Fatemi sapere che cosa ne pensate, se vi sono piaciute, o qual è la vostra lista di 5 film per viaggi virtuali in Asia. |
MayaPosto accanto al finestrino, sempre. Italiana, abito a Krabi, in Thailandia. Amo i gatti e il caffè, leggere, volare e immergermi nel blu. Archives
August 2023
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